Lo strano «Zoo di Carta» dell’«Histoire naturelle» a San Giorgio in Poggiale
La mostra
Ancor prima della Rivoluzione francese e della celebre «Encyclopédie» di Diderot e D’Alembert, simbolo dell’Illuminismo europeo, anche l’«Histoire naturelle» di Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, ebbe una certa fortuna editoriale. In pochi anni furono tante le edizioni, le emissioni e le traduzioni in Europa. Arrivando anche in Italia, da Milano fino a Bologna, con la «Serie d’animali quadrupedi», che apparve in città settimanalmente fra il 1783 e il 1787. Una collezione di figurine, in un formato simile all’attuale A3, con incisioni di animali quadrupedi. Alcuni dai tratti esotici come il montone di Barbaria, il tamanoir, il cayopollino, il carigueya, la vacca marina e il saimiri. Alcune di quelle stampe, 132 sulle 200 totali acquisite dalla biblioteca di San Giorgio in Poggiale, fino al 30 aprile si possono ammirare nella mostra «Zoo di Carta. La diffusione delle immagini zoologiche dell’Histoire naturelle di Buffon nell’Italia del Settecento». A cura di Pierangelo Bellettini e con un ciclo di conferenze ad accompagnare l’esposizione. Acquisite sul mercato antiquario, provengono probabilmente da una casa padronale della pianura bolognese e furono tutte stampate a Bologna negli anni Ottanta del Settecento dai calcografi Antonio Cattani e Antonio Nerozzi. Alcune stampe sono anche acquerellate a colori e, fa notare Bellettini, «si distinguono da quelle di altre città perché a Bologna le illustrazioni sono accompagnate da testi esplicativi. Non si trattava infatti di materiali scientifici ma divulgativi, e per questo particolarmente accattivanti». Una scelta presente già nei disegni originali di Jacques de Sève dai quali discendono le stampe bolognesi, che confermano il ruolo che la città fu centro di diffusione del nuovo pensiero illuminista nonché di produzione del libro scientifico illustrato.