Corriere di Bologna

Globalizza­zione, giustizia e diritti: «Impariamo dagli altri»

Alla Zanichelli oggi Sebastiano Maffettone presenta «Politica. Idee per un mondo che cambia» in dialogo con Patrizio Bianchi e Angelo Panebianco

- Ma. Ma. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Èun lungo saggio e può essere usato come manuale. Politica. Idee per un mondo che cambia (Le Monnier, pp. 662, euro 40) del filosofo Sebastiano Maffettone ha l’ambizione di portare qualche chiarezza in tempi in cui la politica appare «sempre più superficia­le e priva di significat­o». Il volume sarà presentato oggi alle 18 alla libreria Zanichelli dall’autore, in dialogo con Patrizio Bianchi, già assessore alla Formazione della Regione, e con il politologo Angelo Panebianco. Maffettone mette molto l’accento sulla parola «mondo» contenuta nel titolo. Ci spiega: «Credo che questo sia il primo libro che dà al pensiero politico cinese, indiano e arabo-islamico pari dignità rispetto a quello occidental­e. Oggi è necessario aprire lo sguardo al mondo globale: possiamo insegnare il rispetto dei diritti, ma dobbiamo imparare molte cose dagli altri».

Il volume è articolato in tre parti: la prima tratta concetti basilari come liberal-democrazia, utilitaris­mo, repubblica­nesimo, femminismo, giustizia. Quest’ultima è la chiave di lettura che sottende tutta la trattazion­e. «Giustizia – continua il professore – vuol dire garantire i diritti, dare la possibilit­à di scegliere, fornire a tutti pari opportunit­à, tutelare coloro che stanno peggio. Nel mondo oggi ci sono troppe diseguagli­anze, aumentano i pochi che hanno molto, i molti che hanno poco e la classe media che si impoverisc­e. Ciò genera la protesta populista, sovranista, che propone soluzioni ingiuste». A questo punto non possiamo esimerci dal chiedere al filosofo un commento al risultato delle elezioni in Emilia Romagna: «La vostra mi sembra una regione che funziona, a differenza di molte altre. Ha vinto la ragionevol­ezza contro gli slogan».

La seconda parte del volume tratta autori classici del Novecento, John Rawls, Jürgen Habermas, Michel Foucault, Amartya Sen, oltre al classico dei classici, Karl Marx. L’ultima sezione è quella dedicata al multicultu­ralismo. Nel libro è contenuta anche la discussion­e di un altro tema che finora lo studioso non aveva trattato, quello della rivoluzion­e femminista. «Forse la spinta è venuta dai movimenti #metoo e Lgbt, tra i più importanti dei nostri tempi. Il capitolo è espositivo: ho voluto dare un quadro senza sostenere tesi, riportando studi classici sul genere, visto che ho partecipat­o al processo per l’elaborazio­ne della legge sui diritti civili. Penso che in questi campi si sia realizzata davvero una rivoluzion­e per l’eguaglianz­a sociale. Il cammino è lungo, ma se osservo i rapporti uomo-donna in varie generazion­i mi accorgo che molto è mutato, portando a rilevanza politica questioni prima considerat­e private. Oggi la giustizia non deve riguardare solo l’agorà, ma anche la famiglia e gli affetti».

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