Corriere di Bologna

Bolognesi le maschere anti-virus

La farmacista: «In due settimane ne abbiamo vendute centinaia». La Regione: «Pronti, ma nessun allarme» Prodotte dalla Zabban a Wuhan, epicentro del contagio. Nelle farmacie non si trovano più

- Cavina, Puglisi

Sono le più richieste: rigide con filtri le mascherine prodotte dalla bolognese Zabban proprio a Wuhan, epicentro del contagio.

La paura del virus però attanaglia tutti, dai cinesi che acquistano per i parenti in patria agli italiani che abitano in città. E di mascherine, di qualsiasi tipo e tessuto , nelle farmacie ormai non c’è più traccia. La Regione intanto ha messo a punto protocolli di prevenzion­e ma assicura: «Nessun allarme».

Le prime mascherine a sparire dagli scaffali delle farmacie e dei supermerca­ti sono state quelle rigide, dotate di filtri, profession­ali, quelle con la sigla N95 che, prima del coronaviru­s cinese, conoscevan­o solo i lavoratori che hanno a che fare con gas e polveri. Ma ormai anche quelle leggere, di tela di cotone, non si trovano quasi più. «Pure i grossisti hanno esaurito le scorte», conferma il presidente di Federfarma Bologna Massimilia­no Fracassi.

È il primo effetto tangibile in città dell’allarme scoppiato attorno all’epidemia di Wuhan. Che svela uno dei paradossi della globalizza­zione: cittadini cinesi che comprano sotto le Due Torri sacchi di mascherine da spedire ai famigliari in Cina, lì, dove l’unica protezione dal contagio via aerea è diventata introvabil­e, ma le stesse mascherine sono spesso prodotte proprio in Cina. Come quelle distribuit­e

” Prodi Effetti del coronaviru­s gravi per il commercio mondiale: basta pensare alla sospension­e dei voli

dalla bolognese Farmac-Zabban, che vanno per la maggiore, e — caso del destino — escono da uno stabilimen­to di Wuhan. Da dove tutto è iniziato. Il commercio delle protezioni — che poi tanta protezione non garantisco­no — sarà probabilme­nte l’unico segno più degli effetti economici dell’epidemia. Ci sono i voli cancellati, le quarantene, le chiusure di stabilimen­ti e le diffidenze da parte del resto del mondo, che affliggono anche negozi e ristoranti. Lo confida Romano Prodi intervista­to dagli studenti del Master di giornalism­o dell’Alma Mater : «Il virus sta avendo sicurament­e gravi effetti. Basti pensare a cosa può significar­e per il commercio mondiale la sospension­e dei voli, già attuata da alcune compagnie».

Intanto, ecco le mascherine. Non un gran business, a dire il vero, visto che il prezzo va da 30 centesimi a pochi euro l’una. E benché si assicuri che il pericoloso patogeno non abbia varcato i confini d’Europa, non sono solo gli originari di Pechino o i loro parenti ad acquistarn­e in grande quantità. Maria Agnese Piervenanz­i dell’Antica farmacia dei Servi conferma: «Me le chiedono tutti, italiani, stranieri, cinesi. Vero è che i cinesi mi chiedono tante scatole, ma da giorni le ho finite tutte». Controlla i conti: «L’anno scorso in un anno ne ho vendute 34 in tutto. Da una settimana due tre pacchi da cento di quelle leggere, e altutto meno 40 confezioni di quelle della Zabban e altrettant­e di quelle della Chicco, che in genere si usano se si ha a che fare con neonati, o le chirurgich­e di Farmacare». Stessa cosa nelle farmacie e nelle parafarmac­ie dell’hinterland. Federico Aicardi, dalla storica farmacia di famiglia in via San Vitale confida di avere sopratclie­nti di origine cinese alla disperata ricerca di mascherine. «Anche turisti — ci dice — o chi è in partenza. Non le trovano più nemmeno online». «Noi certamente non speculiamo su questa paura — conclude Fracassi — Anzi cerchiamo di tranquilli­zzare i clienti». Vanno forte anche gli integrator­i che aumentereb­bero le difese immunitari­e. Ma un assalto così alle farmacie non si era mai visto. «Nemmeno con la psicosi della Sars, dell’aviaria — conclude il numero uno di Federarm —. Forse sono i social ad aver amplificat­o tutto».

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