Coronavirus, l’allarme delle imprese E ora arriva pure il picco dell’influenza
Ausl: i più colpiti sono i bimbi piccoli. Giostra (Sant’Orsola): poche le complicanze
La Cina non è il mercato più importante per l’export della regione e l’emergenza del coronavirus finirà, ma le imprese temono per i danni sull’economia. Ferrari: ogni rallentamento ha un costo. Intanto arriva il picco della «normale» influenza.
Sta arrivando il picco influenzale. Nei pronto soccorso della città sono aumentati gli accessi di persone con i sintomi, senza panico però per il coronavirus. Quattro i casi gravi registrati finora, un bambino di un anno, due uomini e una donna, che sono però già stati dimessi.
A fare il bollettino della situazione è Paolo Pandolfi, il direttore del dipartimento di Sanità pubblica del’Ausl. «Siamo vicini al picco, l’influenza ha superato la soglia di intensità media e siamo vicini a quella alta che precede il potenziale picco dell’epidemia che ci aspettiamo per le prossime due settimane», spiega. «La situazione in pronto soccorso è più o meno come quella dell’anno scorso — aggiunge il direttore del Ps del Sant’Orsola Fabrizio Giostra —, vediamo un incremento delle complicanze da influenza nei soggetti più a rischio, come le polmoniti, che richiedono il ricovero dei pazienti ma finora non abbiamo visto situazioni più serie che abbiano richiesto il ricovero in Rianimazione. Il lavoro è aumentato, qualcuno è spaventato per il coronavirus, ma non ci sono situazioni di panico. Le persone hanno capito come comportarsi anche con la semplice influenza, e non vengono più da noi».
Dunque attività in aumento ma per ora soprattutto negli studi dei medici di base. «Il tasso di incidenza di nuovi casi nel territorio dell’Ausl è di 10,66 ogni mille abitanti — enumera Pandolfi —, valore in linea con quello nazionale che è di 10,58 e con quello regionale, che è 9,5. In questo momento ad essere più colpite sono le regioni del centro Italia». Il numero di casi stimati sul nostro territorio nella settimana dal 20 al 26 gennaio, a cui si riferiscono appunto i dati, è pari a 9.408 per
Stop agli scambi
Al Fermi è stato congelato lo scambio con studenti cinesi per il prossimo anno
un totale, dall’inizio della sorveglianza della sindrome influenzale, di 48.868 casi. Le fasce più colpite sono quelle da 0 a 4 anni con un’incidenza di 33,13 casi ogni mille assistiti e da 5 a 14 anni con un tasso di 27,79. Negli over 65 invece il tasso di nuovi casi è di 3,14 ogni mille. I casi segnalati di influenza segnalati dall’Ausl sono 53: il 54,7% in uomini e in persone con età media pari a circa 65 anni, 7 casi in bambini con meno di 5 anni. «Si sono registrati 4 casi gravi in donne di 64 e 87 anni, uomo di 28 anni, tutti non vaccinati, e in un bambino di 1 anno di cui mancano informazioni sullo stato vaccinale», dice ancora Pandolfi.
Il coronavirus come detto, almeno al momento non semina panico. «Se non si sono avuti contatti stretti con persone a rischio o non si è reduci da viaggi dalla zona di Wuhan si può stare tranquilli — conclude Pandolfi —, la febbre e la tosse sono sintomi dell’influenza normale». Eppure il coronavirus un effetto l’ha avuto: ha congelato gli scambi tra studenti cinesi. «Avevamo imbastito il prossimo progetto di scambio con un college dell’area di Pechino, ma abbiamo fermato tutto in attesa di vedere come evolve la situazione — conferma Fulvio Buonomo, dirigente scolastico del liceo Fermi —, i nostri studenti, una ventina, sarebbero dovuti partire a settembre e i cinesi arrivare qui da noi nel febbraio 2021. Vedremo cosa succede».