E la Chiesa ora svuota le acquasantiere
Divulgate le disposizioni del cardinale: «Massima attenzione, ma niente allarmismi»
Anche la Chiesa è costretta a piegarsi al coronavirus. O meglio, alle precauzioni che l’emergenza impone. L’arcidiocesi di Bologna rispetta le indicazioni di Regione e governo, non cede alla tentazione di affidarsi alla divina provvidenza e sospende tutte le celebrazioni con grande afflusso di fedeli, comprese le messe del mercoledì delle ceneri, stop alle benedizioni pasquali fino al primo marzo, via l’acqua benedetta dalle acquasantiere, niente segno della pace, comunione sulla mano e non in bocca. È stato lo stesso cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, a prendere carta e penna ieri per comunicare a parroci e fedeli le nuove direttive imposte dall’emergenza, che non prevedono deroghe neanche per i funerali: «Qualora il numero dei partecipanti sia elevato, si suggerisce di limitarsi al rito delle esequie nella forma più breve».
Ma la Chiesa non lascerà le anime dei cattolici in balìa delle onde: il Mercoledì delle Ceneri sarà celebrato da Zuppi in cattedrale alle 17.30, con una rappresentanza ristretta di fedeli, e trasmesso in diretta su Etv-Rete7 e Radio Nettuno.
Attenzione non solo allo spirito: le mense parrocchiali non potranno accogliere i bisognosi ma predisporranno la fornitura di pasti in porzioni singole e d’asporto. Sospese anche le distribuzioni di vestiti.«Siamo tutti interessati ad affrontare con determinazione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune — scrive Zuppi nella sua missiva —, sperimentiamo la nostra debolezza e fragilità. Proviamo paura e come sempre questa chiede risposte serie e unitarie, ma senza allarmismi». Il cardinale, poi, invita i fedeli ad approfittare di questo momento di sospensione della vita quotidiana: «Molte nostre riunioni non si potranno svolgere. Questo ci aiuterà a comprenderne il valore con maggiore profondità e ad avere più tempo per la riflessione e la preghiera personale».
Più incisivo il richiamo del vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca: «Il coronavirus non lascerà le cose come prima — scrive in una lettera ai fedeli — : dopo il suo passaggio saremo migliori o peggiori? Dipende da noi. Come le grandi malattie che hanno segnato la storia dei popoli, esso può diventare un’occasione di ravvedimento e di conversione». «Da dove viene il coronavirus? — prosegue Camisasca — Dal cuore della Cina, non certo dal cuore di Dio. Ma è anche vero che Dio si sta servendo di esso per richiamarci tutti ad uno sguardo più profondo sulla nostra vita».
Tornando alle disposizioni nell’arcidiocesi di Bologna, analoghe a quelle delle altre diocesi della regione, si potranno celebrare le messe feriali se poco partecipate e in spazi larghi. Chiusi anche i centri d’ascolto della Caritas, ma possono essere fissati incontri per telefono. La chiese rimangono comunque aperte al culto e alla preghiera individuale. E Zuppi conclude: «Affidiamo alla Madonna di San Luca noi e tutti i suoi figli».
” Siamo tutti interessati ad affrontare con determinazione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune Invito a convertirsi Il vescovo di Reggio Emilia Camisasca: «Il virus? Un’occasione per convertirsi»