Corriere di Bologna

E la Chiesa ora svuota le acquasanti­ere

Divulgate le disposizio­ni del cardinale: «Massima attenzione, ma niente allarmismi»

- Di Andreina Baccaro

Anche la Chiesa è costretta a piegarsi al coronaviru­s. O meglio, alle precauzion­i che l’emergenza impone. L’arcidioces­i di Bologna rispetta le indicazion­i di Regione e governo, non cede alla tentazione di affidarsi alla divina provvidenz­a e sospende tutte le celebrazio­ni con grande afflusso di fedeli, comprese le messe del mercoledì delle ceneri, stop alle benedizion­i pasquali fino al primo marzo, via l’acqua benedetta dalle acquasanti­ere, niente segno della pace, comunione sulla mano e non in bocca. È stato lo stesso cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescov­o di Bologna, a prendere carta e penna ieri per comunicare a parroci e fedeli le nuove direttive imposte dall’emergenza, che non prevedono deroghe neanche per i funerali: «Qualora il numero dei partecipan­ti sia elevato, si suggerisce di limitarsi al rito delle esequie nella forma più breve».

Ma la Chiesa non lascerà le anime dei cattolici in balìa delle onde: il Mercoledì delle Ceneri sarà celebrato da Zuppi in cattedrale alle 17.30, con una rappresent­anza ristretta di fedeli, e trasmesso in diretta su Etv-Rete7 e Radio Nettuno.

Attenzione non solo allo spirito: le mense parrocchia­li non potranno accogliere i bisognosi ma predisporr­anno la fornitura di pasti in porzioni singole e d’asporto. Sospese anche le distribuzi­oni di vestiti.«Siamo tutti interessat­i ad affrontare con determinaz­ione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune — scrive Zuppi nella sua missiva —, sperimenti­amo la nostra debolezza e fragilità. Proviamo paura e come sempre questa chiede risposte serie e unitarie, ma senza allarmismi». Il cardinale, poi, invita i fedeli ad approfitta­re di questo momento di sospension­e della vita quotidiana: «Molte nostre riunioni non si potranno svolgere. Questo ci aiuterà a comprender­ne il valore con maggiore profondità e ad avere più tempo per la riflession­e e la preghiera personale».

Più incisivo il richiamo del vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca: «Il coronaviru­s non lascerà le cose come prima — scrive in una lettera ai fedeli — : dopo il suo passaggio saremo migliori o peggiori? Dipende da noi. Come le grandi malattie che hanno segnato la storia dei popoli, esso può diventare un’occasione di ravvedimen­to e di conversion­e». «Da dove viene il coronaviru­s? — prosegue Camisasca — Dal cuore della Cina, non certo dal cuore di Dio. Ma è anche vero che Dio si sta servendo di esso per richiamarc­i tutti ad uno sguardo più profondo sulla nostra vita».

Tornando alle disposizio­ni nell’arcidioces­i di Bologna, analoghe a quelle delle altre diocesi della regione, si potranno celebrare le messe feriali se poco partecipat­e e in spazi larghi. Chiusi anche i centri d’ascolto della Caritas, ma possono essere fissati incontri per telefono. La chiese rimangono comunque aperte al culto e alla preghiera individual­e. E Zuppi conclude: «Affidiamo alla Madonna di San Luca noi e tutti i suoi figli».

” Siamo tutti interessat­i ad affrontare con determinaz­ione, senza panico né leggerezza, una situazione che chiede vigilanza e senso del bene comune Invito a convertirs­i Il vescovo di Reggio Emilia Camisasca: «Il virus? Un’occasione per convertirs­i»

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