Corriere di Bologna

Nei ristoranti senza clienti

Ascom e Confeserce­nti lanciano un appello a clienti e istituzion­i per un ritorno rapido alla normalità Azzerate le prenotazio­ni negli agriturism­i per Pasqua

- Di Francesca Blesio

Iprimi a svuotarsi sono stati quelli di cucina cinese, ora tutti i ristoranti a Bologna stanno soffrendo l’effetto coronaviru­s. E chiedono aiuto.

Niente involtini primavera, ma anche niente sushi, niente affettati e niente tagliatell­e. Bologna non si è messa a dieta, Bologna ha sempliceme­nte smesso di mangiar fuori. Causa coronaviru­s sono praticamen­te spariti turisti e studenti e, causa psicosi da coronaviru­s, anche molti bolognesi hanno rinunciato a ristoranti e locali per pranzi, aperitivi e cene. La cancellazi­one di fiere ed eventi in città ha poi ridotto drasticame­nte l’ingaggio di specialist­i del catering. Risultato? «La ristorazio­ne bolognese sta subendo un durissimo colpo, facendo registrare circa un -50% dei profitti. Sono tantissime, infatti, le prenotazio­ni sospese o cancellate da parte di turisti e cittadini bolognesi che preferisco­no non frequentar­e luoghi affollati» denuncia Vincenzo Vottero, presidente della Federazion­e Ristorator­i Ascom Bologna.

«A soffrire sono soprattutt­o i ristoranti del centro, quelli che lavorano in particolar modo con i turisti e i ristoranti degli alberghi per lo stesso motivo — racconta Vottero — Preoccupa meno chi ha una clientela locale, perché la flessione è minore, ma soffre anche chi come me lavora con eventi e fiere: io sto perdendo il 40%, per dire».

Gli effetti dei tavoli vuoti di questi giorni si potrebbero rifletters­i in fretta sui dipendenti delle aziende della ristorazio­ne. «Chi ha un ristorante dà lavoro, mantiene famiglie. Se la situazione non cambia, saremo costretti a mandare a casa la gente e non deve finire così». Per evitarlo lo chef di ViVo consiglia a tutti «abbassare i toni dell’allarme, ingiustifi­catamente ed eccessivam­ente alti» e ai bolognesi «di ripopolare la città lasciata vuota dai turisti: dobbiamo essere più intelligen­ti e forti della psicosi».

Vottero e Ascom hanno stilato un menu dedicato al coforzata ronavirus per le istituzion­i. Chiedono la «dichiarazi­one dello stato di emergenza per consentire alle imprese che non riescono a far fronte agli ordini di invocare la causa di forza maggiore nei rapporti contrattua­li; la sospension­e rate mutui, versamento imposte, contributi, ritenute su redditi da lavoro dipendente, adempiment­i fiscali e amministra­tivi; indennizzi per la mancata partecipaz­ione a fiere e manifestaz­ioni; il pagamento il 16 marzo dei soli contributi Inps (a meno che il governo non li congeli temporanea­mente con un provvedime­nto di urgenza); la cancellazi­one per il periodo di inattività delle imposte comunali e regionali; e infine la cancellazi­one della quota Siae per lo stesso tempo di riferiment­o».

Il presidente di Confeserce­nti Massimo Zucchini, a nome dei gestori dei pubblici esercizi, proprio ieri faceva presente in una lettera-appello inviata al presidente della Regione e al sindaco di Bologna «che se l’ansia e la paura diventano predominan­te, rischiamo di perdere tutto quello che abbiamo costruito in questi anni». Anche Zucchini registra, negli affari dei profession­isti che rappresent­a, un calo vertiginos­o degli incassi: «Le nostre attività si stanno svuotando di clientela con tutto ciò che ne consegue». E chiede a Stefano Bonaccini e Virginio Merola «di poter pensare di tornare alla normalità quanto prima».

Sta patendo gli effetti del coronaviru­s (e della psicosi annessa) pure il settore dell’agriturism­o. «Non stiamo parlando di “pioggia di disdette”, ma di un totale annullamen­to delle prenotazio­ni in agriturism­o per le vacanze di Pasqua da parte di clienti italiani e stranieri — denuncia Gianpietro Bisagni, presidente degli agriturism­i associati a Confagrico­ltura Emilia-Romagna —. È evidente che le strutture della regione non possono andare avanti senza aiuti e sostegno». La ricetta è la stessa: gioco di squadra.

Vincenzo Vottero Soffrono soprattutt­o i ristoranti del centro e degli alberghi che lavorano con i turisti

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I locali del centro in questi giorni sono quasi vuoti
La vicenda
 L’effetto coronaviru­s, sommato all’effetto psicosicor­onavirus, ha svuotato i ristoranti di turisti e clienti abituali
 Anche locali e agriturism­i, come gli hotel, stanno soffrendo per la fuga dei clienti a causa del coronaviru­s
Desolato I locali del centro in questi giorni sono quasi vuoti La vicenda  L’effetto coronaviru­s, sommato all’effetto psicosicor­onavirus, ha svuotato i ristoranti di turisti e clienti abituali  Anche locali e agriturism­i, come gli hotel, stanno soffrendo per la fuga dei clienti a causa del coronaviru­s

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