Sadam, ecco il piano tra cessioni e liquidazione
La società del gruppo Maccaferri va all’asta. Coinvolti 45 dipendenti
Il gruppo Maccaferri procede con il suo percorso di cessioni e piani di concordato per arrivare a contrastare la crisi debitoria, attirare liquidità, e tentare di rilanciare Samp, Officine Maccaferri e Manifattura Sigaro Toscano.
Ieri è stato dunque presentato il piano per Sadam, in attesa di quello decisivo per Seci, la holding che controlla il gruppo, per cui la Procura ha presentato istanza di fallimento.
Sadam, sub-holding di servizio del ramo agroalimentare, è stata una delle prime ad entrare in concordato. Ora, il piano che dovrà essere valutato dal Tribunale, ne prevede la liquidazione con 4 anni di tempo per venderne tutti i beni di proprietà, dallo stabilimento di San Quirico in provincia di Parma, ai terreni, fino ai macchinari e tutti i materiali. Le società, controllate, invece, che non erano incluse nella procedura di concordato, saranno messe all’asta. I compratori ci sono, assicura l’azienda, ma le trattative sono riservate e non è dato sapere il valore di partenza. Si tratta dunque delle aziende Naturalia, (la cui attività è quella sostanzialmente di estrarre zucchero dagli acini d’uva e realizzare mosto per le spumantizzazioni di alta fascia) e Apicoltura Piana, titolare del marchio Piana Miele. La prima ha uno stabilimento a Bologna ed altri tra i vigneti del Tarantino a Mazara del Vallo, l’altra ha sede a Castel San Pietro.
In tutto sono coinvolti 45 dipendenti e dal gruppo Maccaferri fanno sapere che la continuità occupazionale dovrebbe essere garantita attraverso il riassorbimento della forza lavoro. Non è chiaro quanto questa operazione possa portare nelle casse dissestate del gruppo, ma, almeno per Sadam, si fa affidamento sulla buona tenuta del settore vitivinicolo. Ancora il Tribunale non ha fissato l’udienza per dare o no l’ok ma i tempi non sono immediati per consentire ai giudici di vagliare i documenti e predisporre gli opportuni approfondimenti.
Intanto, un altro passo è stato fatto e la ridefinizione dell’impero Maccaferri sta via via prendendo forma. La prossima settimana dovrebbe essere dedicata a Seci, lì dove Maccaferri non sembra disposto a cedere la maggioranza azionaria e dove tutto dipende dall’esito delle negoziazioni con i fondi esteri interessati e dalla possibile vendita di altre divisioni dell’arcipelago delle società.
In tutto, le aziende attualmente in concordato sono 10 e solo sei hanno presentato il piano. Mancano dunque all’appello Seci eneregia e Seci Real Estate, Samp (con scadenza il primo aprile) e Sapaba. Il 12 maggio invece è prevista l’udienza al Tribunale per Exergy, Sebigas e Sapaba.
Il percorso è quindi ancora molto lungo e complicato: ricordiamo che l’intera galassia guidata da Gaetano Maccaferri è alle prese con la ristrutturazione di un debito di circa 750 milioni i 700 milioni, debiti contratti in larga parte con le banche.