Scuola, di nuovo tutti a casa
Il governo ha stabilito la sospensione fino all’8 marzo, compresi asili e università. Cultura, si media ancora su cinema e teatri Famiglie a caccia di soluzioni. Nella bozza del decreto accessi contingentati anche per le attività commerciali
Un’altra settimana a casa da scuola. A restare sospesi sono anche gli spettacoli teatrali e i film al cinema. Come gli eventi sportivi. Tornano ad aprirsi i musei, se con ingressi contingentati.
Chi è stato male prima della chiusura dovrà portare il certificato? Non è chiaro
Sospensione dell’attività didattica, che a differenza della chiusura totale delle scuole come successo nella settimana appena trascorsa, comporterà che il personale tecnico-amministrativo sarà richiamato al lavoro per rimettere in moto la macchina dell’istruzione ingolfata dal coronavirus.
Dunque un’altra settimana a casa per bambini e alunni di ordine e grado. E mentre le famiglie pensano a come organizzare questi ulteriori giorni di «fermo», nel mondo della scuola si aprono tutta una serie di questioni da affrontare. E cioé: la necessità di un decreto che validi l’anno scolastico per gli alunni andando in deroga ai 200 giorni minimi di lezione; le scadenze di assunzioni e concorsi da rispettare; una cabina di regia per lezioni e compiti a distanza; l’eventuale recupero dei giorni persi e la necessità di portare il certificato medico al ritorno tra i banchi. Forse, alcune risposte potrebbero arrivare domani con l’incontro tra l’Ufficio scolastico regionale e i sindacati.
Le sigle confederali e le associazioni dei dirigenti scolastici si aspettavano la proroga arrivata con il decreto della Presidenza del Consiglio e condividono in buona parte la scelta di rinviare la ripresa dell’attività didattica, pur consapevoli del disagio che questo significa per le famiglie e per l’organizzazione del mondo dell’istruzione già fortemente messo sotto pressione anche nei momenti di tranquillità. «Quattordici giorni di fermo sono molti — commenta Arturo Cosentino, segretario della Cisl Scuola Bologna —. Purtroppo la scuola italiana non è abituata alle lezioni a casa e allo smartworking e questa situazione ci costringe a fare i conti con le modalità di operare in emergenza. La sospensione dell’attività didattica? Speriamo soprattutto che venga gestita con buon senso dai dirigenti scolastici, chiedendo il supporto del persona Ata e facendo riferimento ad attività improcrastinabili e senza
” Veltri (Uil) Noi crediamo che sia importante sanificare tutte le scuole e riteniamo che alla riapertura il ritorno in classe degli alunni debba essere scaglionato
Ottaviani (Cgil) Le iniziative dei singoli sono ammirevoli ma per la didattica online serve una cabina di regia: il fai da te può andare bene soltanto per qualche giorno, non a lungo
eccedere».
Marianna Rusciano, vicepresidente del consiglio nazionale dell’Andis (Associazione nazionale dei dirigenti scolastici) in servizio nella provincia di Parma, spiega come la decisione di arrivare a un fermo prolungato fosse quasi auspicabile. «La cosa fondamentale sarà in ogni modo organizzarsi per garantire il diritto allo studio dei ragazzi — sottolinea la Rusciano —. Durante questa prima settimana ci sono già stati degli ottimi esempi di uso della tecnologia per non fermare del tutto le attività. Ci preme mettere gli studenti nelle condizioni di affrontare le prove che li aspettano, pensiamo per esempio a chi avrà gli esami di maturità o altre prove». Serafino Veltri, segretario generale Uil Scuola Emilia-Romagna, punta l’attenzione soprattutto su alcune scadenze in arrivo nei prossimi giorni. «Già lunedì (domani, ndr) 70 nuovi collaboratori scolastici devono en
trare in servizio e vedremo come sarà gestita la cosa — osserva Veltri —. Poi noi puntiamo l’attenzione sulla sanificazione dei locali scolastici (nonostante nei giorni scorsi l’ex assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, abbia precisato che non è necessaria, ndr). Quando ci sarà il ritorno a scuola crediamo sarà necessario prevedere quantomeno una “sistemata” delle classi e questo potrebbe avvenire con degli ingressi scaglionati. In più a causa del coronavirus sono già stati rimandati dei concorsi importanti per docenti e altro personale, un fatto che rischia già di pesare sul prossimo anno scolastico».
C’è poi il tema della necessità di presentare il certificato medico quando si tornerà in classe. Viale Aldo Moro e l’Ufficio scolastico nei giorni scorsi avevano precisato che non ci sarà alcun obbligo di presentare il documento se l’assenza sarà limitata ai soli giorni dovuti alle ordinanze e ai decreti. «Ma su assenze precedenti e successive al periodo di stop secondo noi serve ancora chiarezza per determinare meglio quale debba essere la procedura», dicono sia Cisl che Uil. La questione, dunque, è tutt’altro che chiara.
Per Monica Ottaviani, segretaria della Flc-Cgil regionale invece sarebbe fondamentale affrontare il tema dell’istruzione a distanza. «Le iniziative prese dai singoli nei giorni scorsi sono pregevoli — osserva la Ottaviani —. Sarebbe utile avere una cabina di regia nazionale e delle linee guida da seguire in queste situazioni, ma purtroppo mancano. Vorremmo che da un’emergenza la scuola potesse perfino uscirne migliorata. Anche perché il fai-da-te può andare bene per qualche giorno, ma quando iniziano a diventare molti giorni si inizia a fare fatica non sapendo ancora quando l’emergenza finirà. Sullo stop però no discutiamo, si è espresso un comitato scientifico e ci adeguiamo a quella decisione».