Bologna, primi due contagi
Mercoledì il governatore incontra il premier Conte. Che promette: «In arrivo altri due provvedimenti, serve una spinta» L’ira di Cgil, Cisl e Uil e di Confcommercio dopo il primo decreto E Bonaccini assicura: «La cassa in deroga c’è anche per noi»
Sono 217 i casi di coronavirus in regione. Primi due contagi a Bologna: una 23enne ricoverata al Sant’Orsola e un uomo di 42 anni.
Delusi, preoccupati e, in alcuni casi, pronti addirittura alla mobilitazione. Il primo decreto arrivato dal Consiglio dei ministri per arginare gli effetti sull’economia dell’emergenza coronavirus, dedicato quasi interamente alla «zona rossa» (e dunque non all’Emilia-Romagna), lascia l’amaro in bocca al mondo economico della regione. «Gravissimo che non si tutelino i lavoratori dell’Emilia-Romagna», scrivono Cgil, Cisl e Uil, che non escludono iniziative di protesta in attesa di una conferma ufficiale della cassa integrazione in deroga per l’Emilia-Romagna, mentre Confcommercio parla di «misure insufficienti». «Se non si prendono velocemente misure per il resto del Paese, non solo per le zone rosse, non si fa il bene del Paese», è il monito del governatore Stefano Bonaccini. Mercoledì il presidente emiliano-romagnolo discuterà delle misure salvaeconomia con il premier Giuseppe Conte, che ieri ha promesso comunque «un secondo provvedimento per misure ancora più incisive. E un terzo intervento più organico, perché siamo consapevoli che l’Italia ha bisogno di una grande spinta per la ripresa».
Il pacchetto di provvedimenti individuato dal governo nella notte tra venerdì e sabato, tutto concentrato sulle zone rosse, non poteva che lasciare deluso il mondo economico dell’Emilia-Romagna. Certo, come ha rivendicato su Twitter il ministro della Cultura Dario Franceschini, c’è un segnale per il settore turistico tout court: «Sospensione dei versamenti previdenziali e contributivi per alberghi, agenzie e tour operator di tutta Italia e possibilità per le agenzie di rimborsare i clienti con un voucher valido un anno». Ma il Pil emiliano-romagnolo non vive di solo turismo. E così la preoccupazione è tanta. «È gravissimo che si lascino nell’incertezza migliaia di persone in questa regione», scrivono Cgil, Cisl e Uil in una nota diffusa in mattinata, con cui i sindacati confederali sono tornati a chiedere con la cassa integrazione in deroga per l’Emilia-Romagna. Con questo primo provvedimento, accusa Confcommercio, il governo «non risponde alle esigenze delle imprese dell’Emilia-Romagna che stanno subendo l’impatto dell’emergenza».
Il governatore emiliano-romagnolo non è meno preoccupato. «Il rischio è che si fermi il Paese, perché se si ferma la parte più produttiva si ferma il Paese», dice Bonaccini, ospite de L’intervista di Maria Latella su SkyTg24. L’intervento previsto dal decreto per il settore turistico è «una prima boccata d’ossigeno. Una prima misura, molto importante e necessaria. Ma non basta», sottolinea il governatore dem, che mercoledì guiderà la delegazione dei presidenti di Regione che incontrerà il premier Conte. «Serve il prima possibile — aggiunge Bonaccini — un provvedimento con alcune misure coforza
Bonaccini
Il rischio è che si fermi il Paese, perché se si ferma la parte più produttiva si ferma il Paese Le misure sul turismo sono una prima boccata d’ossigeno, necessaria, ma non bastano
Anche Colla, ex Cgil, è fiducioso: «Da Roma arriveranno le risposte che aspettiamo»
me l’estensione degli ammortizzatori sociali, la sospensione e il rinvio dei mutui per le imprese, l’accesso al credito e interventi su internazionalizzazione e tutto quello che ha a che fare con il tema del made in Italy».
E se da Roma manca ancora una conferma ufficiale, tocca a Bonaccini «tranquillizzare» il fronte sindacale sulla questione della cassa integrazione in deroga. «Nel decreto legge del governo è previsto lo sblocco della cassa integrazione in deroga per l’Emilia-Romagna per assicurare una risposta immediata alle prime necessità di imprese e lavoratori», sottolinea il governatore dem. «Ottimista», rispetto ai futuri decreti romani, è anche Vincenzo Colla, una vita nella Cgil e da venerdì neo assessore regionale allo Sviluppo economico e al Lavoro: «Non ho motivo di pensare che dal governo non arrivino le risposte che stiamo aspettando».
Ma dopo il video di Attilio Fontana con la mascherina e la gaffe di Luca Zaia sui cinesi che mangiano topi vivi, il presidente emiliano-romagnolo non rinuncia a richiamare al «massimo di responsabilità» chi guida le istituzioni in questo momento di emergenza. Andare in video con la mascherina? «Io non l’avrei fatto. L’ho detto con grande rispetto anche a Fontana», dice Bonaccini: «Credo sia stato sbagliato perché, facendo il giro del mondo, non ha dato un’immagine così rassicurante come noi invece cerchiamo di raccontare». Poi è arrivata la gaffe di Zaia sui cinesi. «Ognuno in sé deve trovare la lucidità, la forza, l’autorevolezza e la responsabilità perché ogni messaggio che dà chi guida le istituzioni fa subito il giro del Paese e del mondo. Bisogna cercare davvero di aumentare il tasso di consapevolezza e abbassare il livello delle polemiche».