Inchiesta sulla morte di Matteo I residenti: strada pericolosa
Non ancora fissati i funerali del pronipote di Prodi. Ipotesi di una perizia per ricostruire la dinamica
Un’inchiesta per omicidio stradale e una probabile perizia per ricostruire la dinamica dell’investimento di Matteo, nipote di Pr0di morto a 18 anni dopo essere stato travolto sulla bici dall’auto guidata dall’ex assessore Grandi. Intanto i residenti avvertono: «Strada pericolosa, tutti corrono e non ci sono marciapiedi». L’assessore: «Interventi difficili».
Non c’è ancora una data per i funerali di Matteo. Il corpo del pronipote di Romano e nipote di Vittorio Prodi, morto nell’incidente sui Colli, dopo l’impatto tremendo con la Toyota Yaris rossa guidata da Roberto Grandi, è ancora disposizione dell’autorità giudiziaria. La Procura, che ha aperto una inchiesta per omicidio stradale, valuterà nelle prossime se richiedere una perizia per ricostruire la dinamica dell’incidente fatale al quasi 19 enne studente del Liceo Scientifico Fermi. Una tragedia, con l’ulteriore, crudele intreccio di storie personali, le frequentazioni e la stima tra il professore e la famiglia Prodi, il ruolo fondamentale dello stesso Grandi nella campagna elettorale che nel ’96 portò l’ex premier a Palazzo Chigi battendo Berlusconi. La collaborazione, da assessore comunale alla cultura col fratello Vittorio, allora presidente della Provincia.
La famiglia si è blindata dietro un composto e doloroso silenzio, da Grandi era già uscita una lapidaria disperazione: «Sono distrutto». Il giorno dopo è anche quello in cui ci si interroga, più in generale sulla sicurezza nelle zone collinari e pedecollinari. Cambiate nel corso degli anni per frequentazione e transito. Residenti, podisti, ciclisti, camminatori e turisti sono decuplicati, mentre la viabilità, dicono i residenti, e non solo loro, non è stata aggiornata. Simona Larghetti, presidente di Salvaiciclisti, abita a pochi metri dal luogo dell’impatto, tra le vie Putti e Castiglione.
In un post su facebook ha parlato di far west. «In sei anni qui ho già contato tre morti. Ci sono voluti tre anni per una rotonda. Non c’è un marciapiede. Le auto sfrecciano a velocità assurde. Nel punto dell’incidente c’è un limite di 30 all’ora, nessuno lo rispetta. Nonostante la buona volontà del Comune, non ci sono velox. Una totale assenza delle forze dell’ordine, nessun progetto sulla mobilità pedonale. Sto insegnando ai miei figli ad andare in bici, ma ho paura». Larghetti chiede «spazio pedonale, rallentatori e velox» e poi torna sul caso specifico. «Conosco Grandi, queste cose possono succedere a chiunque, non stiamo parlando del pirata della strada, spesso sono le cattive abitudini alla guida che portano a questo».
L’assessore Claudio Mazzanti, che ha appena ricevuto
«Troppi morti, si corre e non c’è marciapiede» L’assessore Mazzanti: «Intervenire è difficile»
le deleghe, ricorda come si parli di «ambito urbano ed extraurbano, difficoltoso» da regolamentare. «Molti sono convinti di essere a Le Mans» dice l’esponente dem, che da un lato rilancia i numeri forniti in commissione un paio di giorni fa. «Sarà un caso che dove ci sono gli autovelox gli incidenti calano del 50%?». Però avverte, «l’installazione ha bisogno di requisiti particolari, dalle distanze al meccanismo di segnalazione. In ambito collinare è difficilissimo».
Un incontro tra l’assessore e Salvaiciclisti è in calendario. «Mi farò spiegare bene», dice Mazzanti, che sugli interventi di carattere pedonale sottolinea come «senza controlli l’incidentalità resta uguale» e anche che «quelle strade sono nate nella notte dei tempi, non è semplice metterci mano». Per il consigliere comunale del Pd, ed ex assessore, Andrea Colombo, «senza riferirmi al caso specifico, che non c’entra, bisogna estendere il limite dei 30 km orari a tutta la collina».