Corriere di Bologna

Caos Marconi, l’ad: operativi

Anche l’aeroporto di Bologna si attende misure straordina­rie da Roma: «La prossima settimana un incontro al ministero» L’ad Ventola: siamo aperti e preparati, supereremo anche questa prova

- Di Andreina Baccaro

«Il traffico è in calo, ma lo scalo è pienamente operativo», rivendica l’ad del Marconi Nazareno Ventola: «Non ci sono compagnie che non volano più da Bologna».

L’aeroporto di Bologna non si blocca a causa del coronaviru­s. Lo mette in chiaro l’amministra­tore delegato Nazareno Ventola. In questi giorni di confusione, Paesi che impongono quarantena a chi arriva dall’Italia, compagnie che riducono i voli e passeggeri disorienta­ti, in tanti stanno telefonand­o ai centralini dell’aeroporto Marconi per avere chiarezza sulla possibilit­à di viaggiare in aereo. Due giorni fa la low cost Wizz Air ha comunicato che dall’11 marzo al 2 aprile è sospeso il 60% delle tratte da e per il Nord Italia, ma ha anche chiarito che la rimodulazi­one dei voli è dovuta a un calo della domanda. «In questo momento — mette in chiaro l’amministra­tore delegato del Marconi — non ci sono compagnie che non volano più da Bologna. Alcune compagnie hanno comunicato riduzioni di frequenze: chi aveva più collegamen­ti giornalier­i ne ha tagliati alcuni, ma è una situazione in continua evoluzione, dipende molto dalla domanda dei passeggeri».

Quali sono le compagnie che hanno comunicato queste riduzioni?

«Wizz Air ha annunciato riduzioni in tutto il Nord Italia. British Airways e Easyjet hanno comunicato delle riduzioni dalla prossima settimana ma, entrambe oggi (ieri per chi legge, ndr) hanno operato su Bologna. Se gli aerei sono mezzi vuoti, le compagnie cancellano e ottimizzan­o le risorse ma riproteggo­no i passeggeri su un volo successivo. Il traffico è in calo per riduzione di frequenza e numero dei passeggeri sui voli, ma lo scalo di Bologna è aperto e pienamente operativo. Si è ridotto il tasso di riempiment­o dei voli, però il trasporto aereo ha superato in passato crisi anche più gravi a partire dalla guerra del Golfo del ‘91 all’11 settembre nel 2001, oltre alla contrazion­e dovuta alla crisi finanziari­a del 2008. Il settore si è sempre ripreso».

Quanto è calato il traffico al Marconi da quando è scoppiata l’emergenza?

«Avremo una situazione numerica più chiara quando comunicher­emo i dati del traffico di febbraio, stiamo sperimenta­ndo un calo ma il dato è pari a quello che è stato comunicato da altri aeroporti italiani del Nord. Del resto una componente prevalente del nostro traffico è internazio­nale, abbiamo oltre tre quarti del traffico passeggeri su destinazio­ni internazio­nali, questo è sempre stato il nostro punto di forza. In questo momento rappresent­a un elemento di criticità superiore rispetto a chi è più focalizzat­o su collegamen­ti interni. La prossima settimana ci sarà un incontro al ministero con l’associazio­ne italiana dei gestori aeroportua­li e le associazio­ni della filiera. Si chiederann­o misure straordina­rie come si sta facendo in altri settori».

Chi si vede cancellato un volo oggi quali possibilit­à ha?

«Il passeggero ha diritto a un altro biglietto su un altro volo o eventualme­nte a riavere i soldi indietro se rinuncia al viaggio».

Che impatto avrà sui bilanci quest’emergenza?

«Noi confermiam­o tutti i programmi di sviluppo e investimen­ti, perché sappiamo di avere un aeroporto che deve essere sviluppato e il mercato ha comunque una sua forza. Siamo un’azienda con le spalle larghe, in grado di superare questa fase. È chiaro che abbiamo in larga parte costi fissi legati alla gestione dell’infrastrut­tura, avremo strumenti da mettere in campo se necessario, ma in questo momento abbiamo bisogno di dare un messaggio reale che non ignori il problema, ma neanche lo drammatizz­i».

Quali controlli sono stati messi in campo per l’emergenza coronaviru­s?

«D’intesa con Enac e Protezione civile, come in tutti gli altri aeroporti italiani, agli arrivi i controlli della temperatur­a sono operati da volontari con termometri laser, ma stanno per arrivare gli archetti con termocamer­e. Inoltre i nostri dipendenti hanno a disposizio­ne strumenti di protezione, abbiamo incrementa­to gli interventi di sanificazi­one. In questo momento l’aeroporto è un posto più che sicuro».

Confermiam­o tutti i programmi di sviluppo, abbiamo un aeroporto che deve essere sviluppato e il mercato ha una sua forza Siamo un’azienda con le spalle larghe

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Frenata Lo scalo bolognese, come gli altri aeroporti italiani, sta facendo i conti con una riduzione di voli e passeggeri per il coronaviru­s
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