Corriere di Bologna

«Family Share» In una app il mutuo soccorso dei genitori

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Inonni non sempre ci sono. E, se ci sono, non è detto che possano. E adesso si potrebbe far fatica anche a trovare una baby sitter, con il bisogno che ce n’è. E il bimbo a chi lo affido? È la domanda che molti genitori si stanno ponendo in questa seconda settimana di «vuoto» per i bambini a casa da scuola, dai nidi in su e in tutta l’Emilia-Romagna. Un’applicazio­ne cerca ora di risolvere questi problemi mettendo in rete genitori e associazio­ni che danno la disponibil­ità a farsi carico anche dei figli di chi proprio non può stare a casa dal lavoro. Si chiama «Families Share Bologna» ed è un progetto volto appunto a favorire la diffusione di reti sociali tra genitori e associazio­ni, puntando sulla collaboraz­ione a vicenda. Una sorta di mutuo soccorso. Una volta scaricata l’app sul telefono, basterà accedervi per trovare una serie di gruppi suddivisi per quartieri della città (e anche per alcuni dei Comuni limitrofi) al cui interno si possono già trovare una serie di genitori che hanno dato la loro disponibil­ità nelle scorse settimane a farsi carico anche dei figli degli altri. Families Shares Bologna nasce da un’idea di Nicole Traini e Costanza Galliano, due mamme che gestiscono anche il gruppo «MammaBo» e, anche se a dire il vero l’obiettivo dell’app è a lungo termine, ora cade a pennello per cercare di tamponare la situazione di emergenza di queste settimane. «Avevamo già una lista di cento genitori preventiva­mente selezionat­i

L’app permette di cercare famiglie a associazio­ni che hanno posto quartiere per quartiere e nell’hinterland

che ora abbiamo suddiviso nei vari gruppi ai quali ci si può iscrivere per “assegnare” i propri figli», spiega Traini. La «rete sociale» può fare affidament­o anche su un accordo con Palazzo d’Accursio che mette a disposizio­ne dei genitori-baby sitter alcuni spazi comuni per riunire i bambini, oppure, spiega Traini, ci sono anche altre associazio­ni private che apriranno i loro spazi per gestire la situazione al meglio. Tra le associazio­ni c’è anche «Sos Dadama», realtà che mette in contatto alcune dade profession­iste con i genitori e che «ha creduto nel progetto fin dall’inizio», spiega Traini. Considerat­a l’emergenza Coronaviru­s, Sos Dadama ha deciso di rendere gratuito il tesseramen­to all’associazio­ne, con la quale si può già entrare in contatto attraverso un gruppo ad hoc sempre sull’applicazio­ne Families Shares Bologna. «L’affidabili­tà di tutti i genitori e le associazio­ni che hanno dato la loro disponibil­ità sono stati verificati in via preventiva da me e Costanza, così da garantire la serietà del servizio», specifica Traini.

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