Rebus cinema e teatri Attività commerciali, «accessi limitati»
Per i luoghi degli spettacoli la Regione chiede un «criterio quantitativo». Nella bozza del decreto spunta la stretta sui locali
Riaprono i musei, sempre che riescano a consentire distanze minime di sicurezza tra i visitatori. Per quanto riguarda teatri e cinema, invece, resterebbe la sospensione fino all’8 marzo. Questo, l’annuncio della Regione, dato ieri pomeriggio.
Nella bozza del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) sulle misure anti-Coronavirus si legge però anche che gli stessi criteri di sicurezza droplet varrebbero per tutte le attività commerciali, quindi sulla carta anche per negozi, bar, ristoranti e locali in genere. Tra le misure di contenimento ci sarebbe infatti pure l’«apertura di tutte le attività commerciali condizionata all’adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque tali da evitare un assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e garantendo il mantenimento di una distanza di sicurezza di almeno un metro tra i visitatori (cosiddetto criterio droplet)».
La Regione ieri ha reso note solo le limitazioni relative a cultura, sport e scuola. E ha annunciato di aver chiesto al governo di valutare l’apertura «in base a indici quantitativi, così come previsto per altre strutture» anche di cinema e teatri. Si tratterebbe di adottare misure organizzative tali da consentire un accesso nel rispetto della distanza di sicurezza. La risposta ufficiale è attesa per questa mattina.
Chi lavora nei teatri della città, però, ieri sera leggendo la nota della Regione è caduto dalla sedia. «È impensabile, irricevibile, inapplicabile», così Filippo Vernassa, direttore del Teatro EuropAuditorium e del Teatro Celebrazioni. Il suo pensiero non si discosta da quello di altri suoi colleghi, che off record sempre ieri sera confessavano la propria contrarietà. «L’idea è ottima per musei e biblioteche, ma una boutade grottesca per noi: come possiamo contingentare il pubblico di spettacoli già venduti in prevendita? Consentiamo l’ingresso solo agli spettatori dalla lettera emme alla lettera zeta? Chiediamo di fare doppi turni agli attori? E qual è il numero giusto di spettatori? Meglio un’ulteriore sospensione per un’altra settimana, come per la scuola, piuttosto che un ibrido del genere», chiariva Vernassa. «Regione e Comune stanno lavorando con le migliori intenzioni per una normalizzazione, ma per quanto riguarda i teatri credo sia meglio attuare le restrizioni delle scuole», concludeva.
Anche se il governo dovesse dare il via libera alla riapertura dei teatri con le restrizioni sopracitate, prevedibilmente sarebbero i teatri stessi a non accettarla. In queste ore sono infatti tutti al lavoro per riposizionare in calendario gli spettacoli che salteranno da domani all’8 marzo. La speranza è che, dopo la sospensione di queste due settimane, tutto torni alla normalità.
Secondo l’assessore Raffaele Donini, che ieri si è fatto portavoce anche di questa proposta della Regione, proprio l’apertura del governo a musei, archivi e biblioteche «comincia a evidenziare un ritorno alla normalità».