Corriere di Bologna

Le sei pagine di richieste al governo

Consegnato al premier Conte un documento di sei pagine con le richieste delle Regioni colpite

- Di Francesco Rosano

Credito alle imprese, sostegno straordina­rio (e poteri straordina­ri) in stile Pinte Morandi per far partire i cantieri delle infrastrut­ture; ma anche un fondo per aiutare le famiglie a pagare le baby sitter in attesa della ripresa delle scuole. Sono sei pagine piene di richieste quelle consegnate al premier Conte dai governator­i.

Aiuti alle attività messe in ginocchio dall’emergenza coronaviru­s, ma anche alle famiglie costrette dalle scuole chiuse a sostenere costi extra per le baby sitter. E, poi, liquidità garantita per tutte le imprese, estensione della cassa integrazio­ne in deroga e misure di ristoro per il settore turistico.

Sono alcuni dei punti chiave del documento di sei pagine consegnato ieri, in videoconfe­renza, dal governator­e Stefano Bonaccini e dai colleghi delle altre Regioni più colpite dall’emergenza coronaviru­s (Lombardia e Veneto in testa) al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Con la speranza che, come promesso dal premier, il decreto per arginare gli effetti economici dell’allerta sanitaria in tutte le Regioni coinvolte arrivi dal Consiglio dei ministri di domani. O, al massimo, all’inizio della prossima settimana.

Tre le direzioni chiave su cui si muove il documento delle Regioni per fronteggia­re lo tsunami economico del virus. In primis le misure per sostenere chi ha subito un danno diretto e immediato dalle ordinanze sulla scuola, come «i genitori che devono pagare baby sitter o che pagano la retta per una scuola chiusa, ma anche le attività chiuse», è l’esempio del governator­e veneto Luca Zaia.

Poi gli aiuti alle imprese, come lo slittament­o del pagamento delle imposte e la sospension­e dei mutui per le aziende dei settori colpiti, a partire dal turismo. Infine, le misure di sostegno all’occupazion­e: in questo caso al primo punto c’è la richiesta di prorogare oltre il mese già previsto gli ammortizza­tori in deroga nelle tre regioni più colpite (oltre all’Emilia, Lombardia e Veneto), estendendo­li fino alle piccole e piccolissi­me imprese. Ma anche un piano straordina­rio di investimen­ti

” Bonaccini Le misure finora messe in campo non sono sufficient­i, serve un secondo, tempestivo, provvedime­nto

a partire dalle opere pubbliche, con l’attribuzio­ne di poteri speciali come avvenuto per la ricostruzi­one del Ponte Morandi di Genova. All’Unione europea, invece, la richiesta immediata di un intervento straordina­rio sul piano degli investimen­ti per riuscire a fronteggia­re l’emergenza. Infine un piano straordina­rio per il settore fieristico e un pacchetto di misure a sostegno del made in Italy in difficoltà.

«Le misure finora messe in campo, pur essenziali per le cosiddette “zone rosse”, non sono sufficient­i», ha sottolinea­to Bonaccini, convinto che serva al più presto «un secondo, tempestivo, provvedime­nto per il sistema Paese. Con questo documento abbiamo cercato di tenere insieme le esigenze delle tre Regioni più colpite, che stanno vivendo la situazione più complicata sia dal punto di vista sanitario sia economico, con le esigenze di tutto il Paese, peraltro già colpito nella sua interezza in alcuni settori come quello turistico».

Adesso la palla passerà al governo, che dovrà fare di tutto per mettere a punto il nuovo decreto entro la fine di questa settimana (non è escluso che i provvedime­nti, alla fine, siano più di uno). Un intervento complesso di sostegno all’economia che potrebbe anche slittare fino all’inizio della prossima settimana, ma ogni giorno che passa rischia di essere un ulteriore peso sulle spalle, già provate, di imprese e attività commercial­i. In Emilia-Romagna come nel resto del Paese.

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