Un mese a porte chiuse
Lo sport senza tifosi Quanto possono perdere Bologna,, Aquila e Segafredo
Lo sport italiano con ogni probabilità dovrà vivere almeno il prossimo mese a porte chiuse a causa del coronavirus Covid-19: il nuovo decreto del Consiglio dei ministri prevede lo stop all’affluenza di pubblico ad ogni manifestazione sportiva per evitare affollamenti, nell’impossibilità di mantenere sugli spalti la distanza richiesta di almeno un metro per cercare di diffondere il contagio. Una decisione con la quale dovranno fare i conti anche i club bolognesi, in particolare quelli dello sport professionistico come il Bologna e, nel basket, la Virtus e la Fortitudo: dopo giorni in cui i calendari — specie nella pallacanestro — sono stati cambiati con lunghe pause obbligate, ora bisogna fare i conti anche con gli eventuali introiti di biglietteria persi.
Si vive alla giornata, un po’ come tutti: la dimostrazione pratica l’hanno data i rossoblù, che oggi ad esempio vivranno un anomalo giorno di riposo reso possibile dal cambiamento in corsa del calendario che nel weekend non prevede partite per il Bologna, visto lo slittamento in avanti di una giornata. Nel calcio la situazione comincia ad essere più chiara, almeno fino a nuovo ordine: i calendari cominciano a riprendere forma e la situazione dei rossoblù è anche abbastanza tranquilla, non avendo partite da recuperare. Cosa cambia al club di Saputo lo stop imposto dal Governo e lo slittamento in avanti di un weekend? Si perde un incasso pesantissimo (senza dubbio il più corposo stagionale), quello contro la Juventus, ma se non ci saranno proroghe allo stop il Bologna potrebbe cavarsela con una sola partita interna senza pubblico.
Dopo Bologna-Juventus ci sarà infatti Sampdoria-Bologna sabato 21, poi è in programma la sosta per le nazionali: Bologna-Cagliari slitterebbe al weekend del 4/5 aprile, ma proprio in quei giorni scadrebbe il gong del mese di gare a porte chiuse.
Molto più pesante, invece, la situazione delle due bolognesi di pallacanestro che vedrebbero molte più partite casalinghe coinvolte e, soprattutto, che dipendono molto più del calcio dagli introiti di biglietteria, non avendo i diritti tv del calcio: c’è già un turno saltato da riprogrammare (quello dell’ultimo weekend, con Virtus-Brescia e Pistoia-Fortitudo), ma i club dovranno anche confrontarsi con la Lega sul da farsi perché per diverse società rinunciare a lungo agli incassi del botteghino rischia di essere una mazzata difficile da reggere.
I turni di serie A coinvolti dal mese di gare a porte chiuse sarebbero almeno cinque: nel weekend sono in programma Fortitudo-Brescia e Virtus-Reggio Emilia, poi c’è un turno infrasettimanale mercoledì prossimo (Fortitudo-Cremona, Treviso-Virtus) e a seguire le giornate del 15, 22 e 29 marzo dove se non altro è previsto il turno di riposo prima per la Virtus (22) e poi per la Fortitudo (29). Grazie a questo, le due squadre dovrebbero essere private del pubblico per due gare interne a testa – in attesa di capire se lo stop coinvolgerà anche il weekend del 4/5 aprile e con la Fortitudo che guarda con timore a eventuali proroghe visto il derby casalingo del 17 aprile.
La Segafredo, però, potrebbe essere nei guai in Eurocup: in caso di qualificazione battendo oggi il Darussafaka, le V nere avrebbero i quarti di finale dal 17 al 25 marzo al meglio delle tre partite (con fattore-campo a favore degli avversari, visto il 2° posto nel girone) e sarebbero costretti a giocare a porte chiuse la propria chance casalinga. A rischio anche l’eventuale semifinale, in programma in forma analoga dal 31 marzo all’8 aprile.
Pesa più sul basket Due match in meno per le due squadre Una mazzata per i club senza diritti tv