I robot in scena
«Upgrade in Progress» la prima personale di Geumhyung Jeong Palazzina dei Giardini, Modena da domani fino al 2 giugno
Ha iniziato a collezionare oggetti e componenti robotiche quando stava preparando la sua prima esibizione da danzatrice solista nel 2005. Quindici anni dopo gli scomposti manichini perturbanti e i bizzarri robot un po’ strampalati della quarantenne sudcoreana Geumhyung Jeong sono diventati il marchio di fabbrica delle sue installazioni e di performance portate in tutto il mondo. Da domani l’artista di Seoul, che ama assemblare danza, teatro, video e scultura per indagare le mutevoli relazioni tra umano e tecnologia, sarà omaggiata a Modena con la sua prima personale in un’istituzione d’arte contemporanea italiana. La mostra «Upgrade in Progress» sarà visitabile sino al 2 giugno alla Palazzina dei Giardini della Fondazione Modena Arti Visive, in corso Cavour 2, con ingresso a 6 euro. Le coreografie di Geumhuyng Jeong, che si è formata studiando in patria recitazione, danza e cinema d’animazione, utilizzano apparecchi elettronici con sembianze umanoidi.
Le sue opere sono costituite da una gran varietà di strumenti hardware e da manichini artificiali. Con una dimensione di performance dal vivo sempre presente, volta a mostrare come quegli oggetti possano poi essere utilizzati. In contesti dedicati alle arti visive, l’artista dispone gli oggetti costruendo proprie sequenze, ordinandoli su piedistalli all’interno di ambienti molto illuminati, a imitazione di archivi scientifici. Accadrà anche a Modena, con un nuovo gruppo di robot meccanici a controllo remoto costruiti con caratteristiche simili ai precedenti. Dotati però di una maggiore varietà di movimenti grazie a una progettazione che, oltre ad aumentarne la flessibilità, permetterà di controllare anche alcune parti del loro corpo.
Le sculture saranno collocate su una serie di piani di lavoro modulari che trasformeranno le sale modenesi in un’officina utilizzabile concretamente nel corso della mostra. Perché Jeong ha svolto test ed esperimenti sui propri «giocattoli», riversandoli in una serie di video-tutorial appositamente prodotti e disposti lungo il percorso. Anche i robot costruiti dall’artista coreana sono assemblati con componenti acquistati su siti web specializzati, seguendo tutorial e linguaggi di programmazioni imparati da autodidatta.
Jeong è solita instaurare con gli oggetti un rapporto di interazione che porta il suo corpo a entrare in diretto contatto con gli stessi. Quasi a cercare di animarli, a volte anche travalicando i confini del bizzarro e dello scabroso. «Upgrade in Progress» costituisce l’ulteriore sviluppo di «Homemade RC Toy», una serie di sculture meccaniche a controllo remoto realizzate dall’artista nel 2019 per una personale a Basilea, e di «Small Upgrade», presentato in Russia. Come sottolinea la curatrice Diana Baldon, «trasformando questa scenografia ipertecnologica con il solo potere dell’immaginazione creativa, la mostra di Jeong rivela ciò che sta oltre la profonda materialità del corpo tecnologico: una gabbia che ha bisogno di riappropriarsi sia del corpo mortale che del suo controllo, di cui solo la mente dell’artista ha la chiave».
Domenica 29 marzo alle 17 Jeong sarà protagonista di un «Live Demonstration Tour», in cui interagirà con gli oggetti nella Palazzina dei Giardini. In parallelo alla mostra modenese, durante il prossimo «Live Arts Week» di Bologna verrà presentata per la prima volta in Italia, il 26 e 27 marzo alla Galleria P420, la sua performance «Rehab Training». Un duetto con un manichino maschio a grandezza naturale, usato di norma per la formazione del personale infermieristico. Jeong sottoporrà scrupolosamente il manichino a una sorta di riabilitazione, tentando di rendere il suo partner capace di interagire e provando a instaurare un rapporto con lui.