Corriere di Bologna

«Come ai tempi del sisma ma l’anno non si perderà»

Versari: i prof si stanno formando, migliaia sulla nostra piattaform­a

- di Daniela Corneo daniela.corneo@rcs.it

Un’emergenza di questa portata l’ha già vissuta. Con il sisma del 2012. Adesso il direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, è alle prese con la chiusura forzata delle scuole per il coronaviru­s. «Nessuno perderà l’anno e stiamo intensific­ando al massimo la didattica a distanza», assicura. Misure in arrivo per i bimbi delle scuole d’infanzia.

«Un altro terremoto». Si era già trovato faccia a faccia con l’emergenza durante il sisma del 2012 in Emilia, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari. E adesso, a distanza di otto anni, ecco un altro «terremoto», lo scossone causato dall’emergenza coronaviru­s che rischia di prolungare la chiusura di tutte le scuole dell’Emilia-Romagna di un’altra settimana, arrivando allo stop forzato di un mese, se si deciderà in quel senso nei prossimi giorni.

Versari, partiamo dai sentimenti. Come sta vivendo questo momento di emergenza?

«Per me e per tutti noi che ci dedichiamo a fare in modo che le scuole possano svolgere il loro compito, è un momento di fatica e di sofferenza, perché quello per cui lavoriamo in questo momento non può esserci. Ma abbiamo una grande spinta a non fermarci, a non avere paura, a fare di tutto per creare comunità».

Si rischia di perdere l’anno? I ragazzi che si stanno preparando alla Maturità sono molto preoccupat­i.

«Nessuno perderà l’anno, questo lo posso assicurare. Si sta facendo tutto quello che serve perché non sia così, anche quando c’è stato il terremoto, nonostante le lezioni siano partite dopo, a lungo siano rimaste a orario ridotto e si siano perse molte giornate, i ragazzi si sono diplomati regolarmen­te. Tutto quello che possiamo rimandare a livello di scadenze, lo stiamo rimandando. Come le prove Invalsi per chi deve sostenere l’esame di Maturità: abbiamo posticipat­o già con una circolare il termine ultimo per svolgerle».

Didattica a distanza: già realtà in molte scuole, ancora materia oscure per altre. Si riesce a fare o no?

«L’Emilia-Romagna è una regione avanzatiss­ima dal punto di visto tecnologic­o e proprio dagli anni del sisma. Quando ci fu il sisma, molte scuole furono dotate di nuove tecnologie, ci fu un arricchime­nto tecnologic­o unico in Italia. Quello dell’Emilia-Romagna è l’unico Ufficio scolastico che ha il Servizio Marconi: abbiamo aperto un set di formazione lunedì e martedì eravamo già a 3.500 docenti che avevano chiesto di aderire. In una settimana, una volta che è stata certa la proroga della chiusura, c’è stato un grande salto in avanti dei docenti. E il nuovo provvedime­nto del governo, tra l’altro, mette nero su bianco che i dirigenti attivano modalità di didattica a distanza: è un indicativo, non c’è più da discutere».

E per i bambini più piccoli della scuola dell’infanzia?

«Si stanno studiando modi per tenere vivo il legame dei bimbi con le loro maestre. Tramite i rappresent­anti di classe le maestre manderanno degli audio ai bimbi che segnano un po’ la loro routine quotidiana, così ben scandita all’asilo. E sempre via messaggio sonoro, le maestre leggeranno piccole fiabe e racconti. Per i bimbi piccoli la voce della propria maestra è importante».

Se il governo dovesse decidere un ulteriore prolungame­nto della chiusura, quali sono le prospettiv­e?

«Andiamo avanti per forza così, implementa­ndo sempre dio più gli strumenti per i docenti».

Storie con la voce delle maestre Per i bambini della scuola dell’infanzia stiamo mettendo a punto un «collegamen­to» con le loro maestre che invieranno degli audio per scandire alcune ritualità della giornata e per raccontare loro delle fiabe

Corsa senza sosta al digitale In questi giorni il nostro Servizio Marconi, nato proprio per la formazione tecnologic­a degli insegnanti, sta lavorando a ritmo continuo: solo l’altro giorno hanno seguito il corso online 3.500 docenti

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Versari
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