Corriere di Bologna

L’azienda dell’amianto decide di donare 500 mascherine

La donazione

- Di Mauro Giordano

Una donazione di 500 mascherine alla Regione «perché gli ospedali e il personale sanitario ne hanno un gran bisogno e abbiamo pensato di dare una mano a tutta la comunità nell’affrontare l’emergenza coronaviru­s». È il bel gesto, sottolinea­to anche dagli uffici di Viale Aldo Moro, messo in campo dalla Canovi Coperture, azienda di Modena specializz­ata in bonifiche amianto e altri interventi edili che ha deciso di regalare un stock di mascherine del proprio deposito: dall’inizio dell’emergenza la Regione ha chiesto che venisse bloccata l’esportazio­ne di mascherine prodotte in Italia. «Noi facciamo una grande scorta di quei dispositiv­i all’inizio di ogni anno — spiega Alessandra Borghini, direttore amministra­tivo dell’azienda —. Nei giorni scorsi ci era capitato di regalarne già qualcuna perché ci vengono chieste e dopo i contatti con alcuni medici abbiamo pensato di donare alla Regione un primo rifornimen­to da 500 pezzi, poi verranno smistate sul territorio in base alle esigenze». Le mascherine donate tra l’altro sono particolar­mente efficaci, visto che si tratta delle «ffp3», ovvero quelle offrono la maggiore protezione. «Sono quelle con il filtro assoluto — chiariscon­o dall’impresa —. Sono specifiche per evitare qualunque tipo di contagio con l’esterno». Nelle intenzioni della Canovi Coperture c’è la volontà di ripetere l’iniziativa. «Sappiamo che ci sono forti richieste e necessità, dal nostro punto di vista avendone un gran numero in scorta è stato naturale pensare a questo gesto», aggiunge la Borghini. Canovi Coperture occupa 79 dipendenti e può vantare sedi operative anche a Bologna, Parma e Carrara con commesse in tutta Italia ma molto incentrate sull’Emilia-Romagna e la Lombardia. «Fortunatam­ente il nostro settore non sta risentendo molto di questa situazione — spiega Borghini —. Forse perché non si tratta di un ambito a forte e stretto rapporto con il pubblico, ma di certo il momento particolar­e sta riguardand­o più altri. La nostra principale preoccupaz­ione nel vedere un calo degli ordini sarebbe dover tenere fermi dei lavoratori».

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