Famiglie, imprese, fiere la mappa degli aiuti
Aiuti alle attività messe in ginocchio dall’emergenza coronavirus e sostegno alle famiglie costrette dalle scuole chiuse a sostenere costi extra per pagare le baby sitter. Anche l’Emilia-Romagna è pronta a mettere in campo idee, proposte e azioni per arginare le conseguenze dell’allerta sanitaria. Come noto il governatore Stefano Bonaccini, insieme agli altri colleghi delle regioni più colpite, ha incontrato mercoledì il premier Giuseppe Conte e consegnato un documento con le misure ritenute più urgenti che saranno parte di un decreto atteso per la prossima settimana: si parlava ieri di interventi per 7,5 miliardi di euro, il doppio rispetto all’iniziale cifra di 3,6 miliardi. Ma vediamo quali sono le azioni proposte o messe in campo
Le aziende
In Emilia-Romagna «siamo già nelle condizioni di firmare con tutte le parti sociali l’ac
con-Una cordo sulla cassa integrazione in deroga» e così «mettere tutti i datori di lavoro nelle condizioni di garantire la tinuità di reddito ai propri dipendenti e collaboratori». È l’annuncio di ieri di Bonaccini su Facebook spiegando che «insieme all’assessore Colla, contiamo di chiudere domani (oggi, ndr) l’intesa coi firmatari del Patto per il lavoro, dopo aver condiviso i termini dell’accordo in questi giorni». Tra le richieste invece avanzate a Conte c’è quella di mettere a disposizione di tutte le imprese, in particolare piccole e piccolissime e per i settori più colpiti la liquidità, a partire da un intervento del Fondo centrale di Garanzia. Necessaria, poi, una misura di ristoro per le aziende che hanno subito una riduzione di ordini dall’estero e delle prenotazioni in ambito ricettivo e della ristorazione, per gli intermediari nel settore del turismo, per gli agriturismi e gli operatori congressuali. Inoltre la sospensione e la rateizzazione di tutti i tributi, lo snellimento delle pratiche burocratiche, in particolare l’accelerazione dei pagamenti e delle erogazioni della Pubblica amministrazione. Una specifica proposta è stata fatta per il settore agricolo: quella di innalzare dal 50 al 70% l’anticipo della Pac 2020 e il regime de minimis alle imprese. Tra le richieste presentate ci sono inoltre la sospensione del pagamento delle rate dei mutui e dei relativi interessi; l’accesso facilitato al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese. Il piano di rilancio prevede anche altri settori prioritari. A partire dall’automotive. Per il ministro Patuanelli «abbiamo bisogno di una nuova rottamazione per migliorare i livelli di emissioni e per dare un po’ di ossigeno al settore». Poiché in Italia il parco auto è composto per il 62% da veicoli con almeno 10 anni di vita si pensa a un nuovo incentivo alla rottamazione.
Artigianato
Le associazioni di categoria, come Cna e Confartigianato, hanno lanciato sos continui per le ricadute nefaste che riguarderebbero tre imprese su quattro. Tra le misure a cui sta lavorando il Governo e che sono state molto apprezzate dagli artigiani c’è l’estensione al 100% dell’ecobonus.
Turismo
La Regione ha chiesto per settori come quello turistico alberghiero, oltre che per l’edilizia, la definizione normativa delle limitazioni per la diffusione del Covid-19 come causa di forza maggiore per gli inadempimenti contrattuali degli operatori economici nelle relazioni interne ed esterne al mercato comune europeo. È stata proposta inoltre un’azione specifica di sostegno allo sviluppo digitale delle imprese attraverso voucher/contributi e azioni integrate a livello nazionale ed internazionale, attraverso Enit (Agenzia nazionale italiana del turismo), per supportare il settore turistico. Il Comune di Bologna di fronte agli hotel svuotati dalla paura del contagio sta pensando di investire risorse per promuovere il turismo nazionale. «L’obiettivo — ha spiegato l’assessore al Turismo e alla cultura Matteo Lepore — sarà quello di concentrarsi sul mercato interno. È molto importante che si torni a viaggiare italiano». Albergatori e host chiedono la sospensione della tassa di soggiorno, una misura che al momento non è stata contemplata dal Comune di Bologna che punta invece ad altri tipi di incentivi.
Fiere
Quello fieristico è uno dei comparti più colpiti. Come noto molti expo sono già stati sospesi o spostati in altre periodi, come ad esempio il Cosmoprof. Il ministro Luigi Di Maio ha assicurato che «le Pmi saranno rimborsate al 100% per le mancate fiere» e «fino ad aprile le imprese fino a 100 dipendenti avranno servizi gratuiti per l’internazionalizzazione» (un riferimento ai 716 milioni stanziati per il piano straordinario sull’export). «Chiediamo un vero e proprio piano straordinario per il settore fieristico — ha dichiarato Bonaccini — e un pacchetto di misure straordinarie a supporto del Made in Italy e per l’internazionalizzazione».
Famiglie
Mercoledì la Città metropolitana ha deciso l’esenzione per nidi, mense, servizi pre e post scuola e trasporti scolastici per tutte le famiglie. Sul territorio questa decisione porterà a un mancato gettito per i Comuni stimato in 1,5 milioni di euro solo per queste due settimane di chiusura e sospensione dei servizi. I sindaci hanno anche deciso di attivare, laddove possibile e richiesto, il sostegno domiciliare alle famiglie.
La decisione di chiusura delle scuole fino al 15 marzo in tutta Italia, presa mercoledì 4 marzo 2020 dal Consiglio dei ministri per fare fronte all’emergenza coronavirus, avrà un impatto notevole soprattutto sulla vita delle famiglie (e sull’organizzazione del lavoro). Come ha anticipato la viceministra Laura Castelli, saranno previsti i congedi parentali straordinari per i lavoratori pubblici e privati: «Stiamo definendo una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni». Ma si torna a parlare anche di voucher baby sitter per il 2020.
Musei e teatri
Grande successo ha avuto l’iniziativa del Comune che, per fronteggiare gli effetti del coronavirus, ha deciso di distribuire gratuitamente nel weekend scorso la Card cultura che dà diritto ad un anno di sconti e agevolazioni per eventi, musei e spettacoli in città. In un solo giorno, 10mila persone hanno aderito all’iniziativa, tornando a riempire le strade del centro con lunghe file fuori dai musei. «Era solo la prima giornata ed è stato un grande successo — ha affermato Matteo Lepore, assessore alla cultura —, Bologna ha dimostrato che la cultura è un bene primario da tutelare e promuovere». I teatri così come i cinema sono invece ancora chiusi perché fanno parte di quelle attività per le quali riesce difficile garantire le condizioni di sicurezza.