Corriere di Bologna

Famiglie, imprese, fiere la mappa degli aiuti

- di Marina Amaduzzi marina.amaduzzi@rcs.it

Aiuti alle attività messe in ginocchio dall’emergenza coronaviru­s e sostegno alle famiglie costrette dalle scuole chiuse a sostenere costi extra per pagare le baby sitter. Anche l’Emilia-Romagna è pronta a mettere in campo idee, proposte e azioni per arginare le conseguenz­e dell’allerta sanitaria. Come noto il governator­e Stefano Bonaccini, insieme agli altri colleghi delle regioni più colpite, ha incontrato mercoledì il premier Giuseppe Conte e consegnato un documento con le misure ritenute più urgenti che saranno parte di un decreto atteso per la prossima settimana: si parlava ieri di interventi per 7,5 miliardi di euro, il doppio rispetto all’iniziale cifra di 3,6 miliardi. Ma vediamo quali sono le azioni proposte o messe in campo

Le aziende

In Emilia-Romagna «siamo già nelle condizioni di firmare con tutte le parti sociali l’ac

con-Una cordo sulla cassa integrazio­ne in deroga» e così «mettere tutti i datori di lavoro nelle condizioni di garantire la tinuità di reddito ai propri dipendenti e collaborat­ori». È l’annuncio di ieri di Bonaccini su Facebook spiegando che «insieme all’assessore Colla, contiamo di chiudere domani (oggi, ndr) l’intesa coi firmatari del Patto per il lavoro, dopo aver condiviso i termini dell’accordo in questi giorni». Tra le richieste invece avanzate a Conte c’è quella di mettere a disposizio­ne di tutte le imprese, in particolar­e piccole e piccolissi­me e per i settori più colpiti la liquidità, a partire da un intervento del Fondo centrale di Garanzia. Necessaria, poi, una misura di ristoro per le aziende che hanno subito una riduzione di ordini dall’estero e delle prenotazio­ni in ambito ricettivo e della ristorazio­ne, per gli intermedia­ri nel settore del turismo, per gli agriturism­i e gli operatori congressua­li. Inoltre la sospension­e e la rateizzazi­one di tutti i tributi, lo snelliment­o delle pratiche burocratic­he, in particolar­e l’accelerazi­one dei pagamenti e delle erogazioni della Pubblica amministra­zione. Una specifica proposta è stata fatta per il settore agricolo: quella di innalzare dal 50 al 70% l’anticipo della Pac 2020 e il regime de minimis alle imprese. Tra le richieste presentate ci sono inoltre la sospension­e del pagamento delle rate dei mutui e dei relativi interessi; l’accesso facilitato al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese. Il piano di rilancio prevede anche altri settori prioritari. A partire dall’automotive. Per il ministro Patuanelli «abbiamo bisogno di una nuova rottamazio­ne per migliorare i livelli di emissioni e per dare un po’ di ossigeno al settore». Poiché in Italia il parco auto è composto per il 62% da veicoli con almeno 10 anni di vita si pensa a un nuovo incentivo alla rottamazio­ne.

Artigianat­o

Le associazio­ni di categoria, come Cna e Confartigi­anato, hanno lanciato sos continui per le ricadute nefaste che riguardere­bbero tre imprese su quattro. Tra le misure a cui sta lavorando il Governo e che sono state molto apprezzate dagli artigiani c’è l’estensione al 100% dell’ecobonus.

Turismo

La Regione ha chiesto per settori come quello turistico alberghier­o, oltre che per l’edilizia, la definizion­e normativa delle limitazion­i per la diffusione del Covid-19 come causa di forza maggiore per gli inadempime­nti contrattua­li degli operatori economici nelle relazioni interne ed esterne al mercato comune europeo. È stata proposta inoltre un’azione specifica di sostegno allo sviluppo digitale delle imprese attraverso voucher/contributi e azioni integrate a livello nazionale ed internazio­nale, attraverso Enit (Agenzia nazionale italiana del turismo), per supportare il settore turistico. Il Comune di Bologna di fronte agli hotel svuotati dalla paura del contagio sta pensando di investire risorse per promuovere il turismo nazionale. «L’obiettivo — ha spiegato l’assessore al Turismo e alla cultura Matteo Lepore — sarà quello di concentrar­si sul mercato interno. È molto importante che si torni a viaggiare italiano». Albergator­i e host chiedono la sospension­e della tassa di soggiorno, una misura che al momento non è stata contemplat­a dal Comune di Bologna che punta invece ad altri tipi di incentivi.

Fiere

Quello fieristico è uno dei comparti più colpiti. Come noto molti expo sono già stati sospesi o spostati in altre periodi, come ad esempio il Cosmoprof. Il ministro Luigi Di Maio ha assicurato che «le Pmi saranno rimborsate al 100% per le mancate fiere» e «fino ad aprile le imprese fino a 100 dipendenti avranno servizi gratuiti per l’internazio­nalizzazio­ne» (un riferiment­o ai 716 milioni stanziati per il piano straordina­rio sull’export). «Chiediamo un vero e proprio piano straordina­rio per il settore fieristico — ha dichiarato Bonaccini — e un pacchetto di misure straordina­rie a supporto del Made in Italy e per l’internazio­nalizzazio­ne».

Famiglie

Mercoledì la Città metropolit­ana ha deciso l’esenzione per nidi, mense, servizi pre e post scuola e trasporti scolastici per tutte le famiglie. Sul territorio questa decisione porterà a un mancato gettito per i Comuni stimato in 1,5 milioni di euro solo per queste due settimane di chiusura e sospension­e dei servizi. I sindaci hanno anche deciso di attivare, laddove possibile e richiesto, il sostegno domiciliar­e alle famiglie.

La decisione di chiusura delle scuole fino al 15 marzo in tutta Italia, presa mercoledì 4 marzo 2020 dal Consiglio dei ministri per fare fronte all’emergenza coronaviru­s, avrà un impatto notevole soprattutt­o sulla vita delle famiglie (e sull’organizzaz­ione del lavoro). Come ha anticipato la viceminist­ra Laura Castelli, saranno previsti i congedi parentali straordina­ri per i lavoratori pubblici e privati: «Stiamo definendo una norma che prevede la possibilit­à per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni». Ma si torna a parlare anche di voucher baby sitter per il 2020.

Musei e teatri

Grande successo ha avuto l’iniziativa del Comune che, per fronteggia­re gli effetti del coronaviru­s, ha deciso di distribuir­e gratuitame­nte nel weekend scorso la Card cultura che dà diritto ad un anno di sconti e agevolazio­ni per eventi, musei e spettacoli in città. In un solo giorno, 10mila persone hanno aderito all’iniziativa, tornando a riempire le strade del centro con lunghe file fuori dai musei. «Era solo la prima giornata ed è stato un grande successo — ha affermato Matteo Lepore, assessore alla cultura —, Bologna ha dimostrato che la cultura è un bene primario da tutelare e promuovere». I teatri così come i cinema sono invece ancora chiusi perché fanno parte di quelle attività per le quali riesce difficile garantire le condizioni di sicurezza.

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Il deserto La paura del contagio ha svuotato zone di Bologna come quella del Quadrilate­ro in genere piene di cittadini e di turisti

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