In libreria «Dove non sei tu» Storia di Lido e Mobi adolescenti inquieti nelle matite di Ghetti
Il fumettista Lorenzo Ghetti può già vantare un webcomic pluripremiato come To Be Continued, sviluppato insieme a Carlo Trimarchi, con cinque ragazzi dotati di superpoteri protagonisti di puntate settimanali online, riversate anche in alcuni «albetti» cartacei. E poi serie digitali come Millennials e anche un graphic novel cartaceo, Dove non sei tu, edito da Coconino Press-Fandango. Un volume quadrato a colori, con 176 pagine, che racconta di Lido, sedicenne dai capelli rossi che adora romanzi di fantascienza e giochi di ruolo, passione condivisa con un gruppo di amici per i quali riveste il ruolo di master, inventando continue avventure. La vita di Lido cambierà dopo l’incontro con una nuova compagna di classe, Mobi, che frequenta la scuola grazie a una tuta «ScOut», che permette a chi la indossa di trovarsi fisicamente dove desidera. Il trentunenne fumettista pisano, prototipo di una generazione formatasi sul web dopo la frequentazione di quella fucina che è l’Accademia di Belle Arti di Bologna con il suo corso di fumetto, ha stravolto la linearità del racconto tradizionale. Sfruttando al meglio le potenzialità di social e piattaforme digitali con un fumetto navigabile a episodi che segue le avventure di ragazzi dotati di superpoteri, alle prese con una scuola gestita da star del settore. Con Dove non sei tu il fumettista si è invece cimentato, per la prima volta, con il più tradizionale formato cartaceo, riuscendo però a riproporre anche sul supporto materiale la duttilità del suo modo di narrare.
Tenendo insieme un’ispirazione accostata dalla critica alla serie tv Black Mirror, così come a racconti cinematografici quali Lei di Spike
Jonze e S1m0ne di Andrew Niccol, con uno stile minimalista e pop al contempo e una composizione sempre variabile.
Capace di assecondare la continua evoluzione dei sentimenti e degli stati d’animo dei suoi giovani protagonisti. Ghetti, che ha fatto parte del gruppo fondatore di Delebile, autoproduzione dedita ad antologie di racconti brevi a fumetti di giovani autori italiani e stranieri, e si occupa della sezione ragazzi del festival bolognese «BilBOlbul», non ha però rinunciato a cullare nuovi progetti digitali. Dopo aver usato il webcomic come «un primo canale per sperimentare e farsi conoscere, seguendo di più la logica americana del webcomic, in cui la sua produzione da parte di un giovane autore è la norma».