Corriere di Bologna

«La salute dei calciatori è un diritto»

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Paco D’Onofrio, docente dell’Alma Mater e avvocato specializz­ato in diritto sportivo, giocatori come possono tutelare il loro diritto alla salute?

«I calciatori dopo la sentenza Bosman sono dei lavoratori subordinat­i la cui disciplina è stata recepita dalla Lega e dal sindacato. Se però insorgono esigenze di ordine superiore come quella attuale queste prevalgono sugli accordi. Non si vede quindi perché debbano esporsi a un rischio che lo Stato non tollera per gli altri cittadini».

In partita come in allenament­o ci sono comportame­nti pericolosi per la salute individual­e e soprattutt­o pubblica.

«È una situazione complicata. Niente partite, niente allenament­i. Nel suo titolo il decreto parlava di attività sportive in generale, poi nel contenuto s’è persa questa definizion­e».

La palla ora ce l’hanno i dirigenti.

«Sì perché dal ministero alla federazion­e si è delegato alla Lega e quindi ai club. Servirebbe un ulteriore provvedime­nto specifico per le varie attività sportive dal ministro. Indicazion­i certe»

Il giocatore è titolare del diritto alla propria salute.

«Il calciatore è un cittadino come gli altri con i suoi contatti e le sue relazioni. Il diritto alla salute non è un diritto disponibil­e. Il Paese si responsabi­lizza e i calciatori no?». (F. P.)

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