Non c’è tregua a Medicina: altri tre morti
Il picco previsto in settimana. La lettera della Gibertoni alla città: «Restare a casa è un privilegio»
«Nei prossimi giorni potranno esserci degli incrementi, ma sono sicuro che poi vedremo la luce perché va bene come ci stiamo comportando».
Di fronte a un’altra giornata difficile sul fronte dei numeri legati all’epidemia da coronavirus in Emilia-Romagna, il commissario straordinario all’emergenza, Sergio Venturi, invita ad avere pazienza e ad aspettare i risultati dell’isolamento e delle altre misure restrittive messe in campo. Chiedendo di guardare anche alle statistiche positive «come chi sta curando la malattia a casa, quindi 1.055 persone, e poi considerando i guariti, che secondo noi sono più di 54 e quindi invitiamo le aziende sanitarie a segnalarceli prima», aggiunge Venturi. Oltre a un incremento dei casi di contagio in regione, arrivati a quota 2.644 (381 in più e tornati a segnare +16%), cresce anche il numero dei morti, passati da 201 a 241: i nuovi decessi riguardano 24 residenti in provincia di Piacenza, 8 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 2 in quella di Ferrara e 1 legato al Lodigiano. Altre 4 vittime anche in provincia di Bologna: di queste 3 uomini a Medicina, la cittadina del circondario imolese che arriva così a contare 8 decessi da coronavirus, in parte quasi tutti collegati al centro anziani Medicivitas, ma anche ad altre strutture ricreative che gli anziani erano abituati a frequentare. Sergio Brazzi, Evole Berardi, Mario Moncieri, tutti tra i 65 e i 70 anni, sono gli altri nomi che si aggiungono all’elenco del lutto di Medicina. Il quarto decesso, sul quale però i riscontri e le verifiche sono andati avanti fino sera, dovrebbe riguardare un’anziana di Castenaso, o quantomeno ricoverata in una casa di cura della cittadina alle porte di Bologna.
Nel bilancio delle varie province torna a crescere in modo rilevante Piacenza (853 contagiati, quelli in più sono 143 e spiegati dalla Regione in particolare con uno «smaltimento» di tamponi pregressi); a Bologna si arriva invece a 195, di cui 63 nel circondario imolese (l’aumento in città è stato di 24 casi): 52 pazienti sono ricoverati nelle strutture dell’Ausl, altri 80 al Sant’Orsola. Oltre ai punti triage che sono stati allestiti, come quelli del Sant’Orsola e del Maggiore che dovrebbero entrare in funzione da domani e all’ospedale Covid al Bellaria, c’è da segnalare l’arrivo di 15.000 mascherine consegnate a ciascuna Prefettura per gli operatori delle forze dell’ordine e i vigili del fuoco.
Ieri, intanto, la direttrice generale del Sant’Orsola e commissario dell’Ausl di Bologna, Chiara Gibertoni, ha scritto una lettera per ringraziare
State a casa pensando alla pressione che deve sostenere chi lavora in ospedale
tutta la città per le donazioni in favore della Fondazione Sant’Orsola e non solo, ma anche per testimoniare l’impegno di tutta la macchina sanitaria. «Grazie Bologna, la tua vicinanza ci motiva e ci rincuora — scrive —. Se per i cittadini è faticoso rinunciare alle proprie abitudini, evitare di uscire e relazionarsi con gli altri, la vera fatica in queste ore la stanno facendo tutti gli operatori sanitari. Restare a casa non è solo un dovere, ma un privilegio rispetto alla pressione che deve sostenere chi lavora in ospedale e nell’assistenza sanitaria ai cittadini».