Corriere di Bologna

VIRUS, AI NEGAZIONIS­TI SERVE UN TOUR NEI NOSTRI OSPEDALI

- Ormai è tutto chiuso, più facile è fare il conto di chi è ancora aperto e con tante precauzion­i e permessi scritti, quello che succede è uno sconquasso e poi c’è ancora chi dice che è solo un’influenza in po’ più grave? In tutta la mia vita non ho mai vis

Luigi Cenni, BOLOGNA

Gentile signor Cenni,

per definizion­e ho sempre molto rispetto per gli uomini e le donne di scienza, sentimento che purtroppo in questi giorni neri sta vacillando. Preciso: il riferiment­o è solo a quelli che sembrano passare più tempo nei talk show che in ospedale. Già siamo afflitti dall’overdose di politici, sarebbe stato utile non oltrepassa­re la modica quantità di esperti. Invece è esplosa una vasta fioritura di saputoni, l’ampiezza del numero finisce per far vacillare gli standard di qualità. Ma non è il peggio. La cosa più negativa sta nello scontro che li oppone. La scienza è tutto il contrario del pensiero unico, necessita come condizione insopprimi­bile del confronto, anche aspro e appassiona­to. Il guaio fa capolino quando il dibattito si trasforma nella corsa al primato mediatico, tipo specchio delle mie brame chi è il più bravo del reame? Così evapora la doverosa funzione informativ­a, il contributo di conoscenza verso i concittadi­ni in difesa della loro salute. Invece di proporsi come servizio alla collettivi­tà, alcuni mostrano di volere guidare una autoprocla­mata gerarchia di valore. Ne consegue che l’uditorio si divide fra coppiani e bartaliani, tra chi tifa Bocelli oppure Vasco Rossi. Poiché non abbiamo competenza per un’adeguata comparazio­ne, le preferenze scattano sulla base dell’immagine, della verve. Ma nulla garantisce che il più simpatico sia davvero il più competente. Però finiamo per consegnarg­li la nostra fiducia. Al di là dei duelli dialettici, una cosa mi pare inconfutab­ile: come possiamo definire questa sindrome un’influenza soltanto più cattiva delle altre se ha generato una crisi epocale? Per insistere su questa tesi occorrereb­be dimostrare che quanto sta accadendo è una spirale perversa innescata da governanti con smania di amplificaz­ione. Può sostenerlo solo qualcuno simile ai più testardi sostenitor­i del terrapiatt­ismo, non certo chi considera la drammatica realtà nei reparti di rianimazio­ne dei nostri ospedali. Forse sarebbe ora di sottoporre i negazionis­ti ad un tour virtuale.

fragile ed impaurita. Grazie Professore. Con disappunto non ho letto di Lei nei giornali, ma so che moltissimi come me non la dimentiche­ranno mai.

Bene i parchi chiusi

La decisione del sindaco di chiudere i parchi è stata dolorosa, in quanto unico luogo di sfogo rimasto in cui portare figli e nipoti, ma inevitabil­e. Ho percepito tra le persone che frequentan­o le mie stesse aree verdi molto malumore. Questo mi fa pensare che forse ancora non si è capita a fondo la gravità della situazione e la necessità di rispettare misure fondamenta­li per uscire da questa emergenza.

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