Accertatori Tper
Buonasera. Mercoledì mi sono imbattuto in due accertatori della sosta che stavano controllando la mia auto e che stavano per multarmi, perché il biglietto del parcheggio era scaduto da poco più di venti minuti. Scherzando ho detto loro che è strano che fossero al lavoro anche in un periodo così delicato con problemi di salute e rischi di contagio, questi mi hanno risposto che per TPer questo periodo veniva giudicato un momento qualunque in cui avere solo più precauzioni e attenzioni e che al momento per nessuno era possibile allontanarsi dal Lavoro. Ecco io vorrei domandarvi se con quello che sta accadendo ora in Italia non si possano evitare questo genere di controlli con tutti i rischi che si possono correre sia per i lavoratori ma anche per chi è controllato, capirei se si parlasse di un autista autobus necessario per garantire un servizio indispensabile, ma un accertatore della sosta ?
Un esempio da ricordare
Non c’è solo il coronavirus
ma anche il cancro! Lunedì 9 marzo non ho potuto salutare a Forlì per l’ultima volta il Professor Dino Amadori, deceduto alcuni giorni prima. Per me non era solo un illustre oncologo di fama internazionale, fondatore dello IOR di Romagna e dell’IRST di Meldola; per me era la persona in camice bianco che con gentilezza mi aveva accolto nel suo studio, con occhi e labbra mi aveva sorriso, con parole semplici e
precise mi aveva spiegato, e nel momento di salutarmi si era alzato e mi aveva abbracciata, dicendomi «Ce la faremo!». Poi nel suo IRST tutti, medici ed infermieri, avevano mostrato attenzione nei miei confronti, cura, gentilezza, non limitandosi con professionalità a far scorrere liquidi nelle mie vene. L’aria che nell’IRST si respira è che non si stia curando una grave malattia, ma una persona malata,