Cinquemila tamponi al giorno
La Regione cambia strategia per provare a frenare la corsa del virus: ieri altri 525 positivi. Viale: dovete stare a casa
E a San Lazzaro al via i test in macchina come in Corea. Ieri altri 65 decessi, il numero più alto di sempre
Arrivare a una capacità di 5.100 tamponi al giorno in tutta la regione. Un balzo in avanti considerevole visto che dall’inizio dell’emergenza coronavirus sono stati 15.461 i campioni refertati. Ieri intanto picco di decessi: 461, +65.
Arrivare a una capacità di 5.100 tamponi al giorno da refertare in tutta la regione. Un balzo in avanti considerevole considerando che dall’inizio dell’emergenza coronavirus (ormai quasi un mese) sono stati 15.461 i campioni refertati, con incrementi quotidiani che riguardano mediamente 1000 nuove diagnosi.
È l’obiettivo indicato dal commissario regionale all’emergenza Covid-19, Sergio Venturi, anticipando alcuni contenuti del piano messo a punto per seguire anche in Emilia-Romagna, come indicato dall’Oms, un modello di lotta al virus simile a quello impostato dalla Corea del Sud o, guardando meno distante, dal Veneto: una caccia più a tappetto rispetto a un indirizzo di indagine tagliato solo su chi evidenziava sintomi gravi. «Servirà qualche giorno per riuscirci — spiega Venturi — ma stiamo già lavorando al potenziamento dei laboratori, che dovranno cominciare a fare tamponi differenziando le varie aree e il livello di criticità riscontrato». Come già annunciato si partirà dal personale sanitario, per mettere in sicurezza gli operatori ed evitare che diventino gli ospedali, come purtroppo già accaduto in alcuni casi, fonte di potenziali nuovi contagi. La ricerca sarà utile per individuare gli asintomatici e andare poi a ricostruire i contatti più vicini per risalire a quella parte di popolazione apparentemente sana ma veicolo inconsapevole del coronavirus.
«La Regione fa bene ad andare in questa direzione — commenta l’assessore comunale alla Salute, Giuliano Barigazzi —. Può darci una mano a preservare chi è in prima linea ma anche aiutare tutta la popolazione chiamata al distanziamento sociale». Ma si punta anche a mettere in campo modalità di raccolta dei campioni più rapide, come testato ieri a San Lazzaro dopo un primo esordio lo scorso weekend in città. Si tratta dei tamponi drive-thru, un dispositivo già utilizzato proprio in Corea ma anche in Australia che offre come innovazione la possibilità di fare il test a bordo della propria auto. Ieri il dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna lo ha effettuato su 50 cittadini di San Lazzaro individuati come possibili contatti di casi positivi e quindi da approfondire. «Grazie a questa modalità — spiega l’azienda sanitaria — il controllo può avvenire anche fuori dal domicilio, velocizzando l’operazione con una media di un tampone ogni 5 minuti. Non si tratta quindi di un test rapido ma di una modalità di raccolta più veloce». Questa modalità inoltre non sostituisce i tamponi a casa nei confronti di chi si trova già in isolamento. E, come già visto nei giorni scorsi, una delle strade percorse è quella di rendere autonoma ogni provincia nelle analisi, o quantomeno quelle più colpite da coronavirus. Era già successo a inizio settimana a Piacenza: da alcuni giorni infatti i campioni non devono più raggiungere Bologna o Pavia per essere verificati ma avvengono nell’ospedale del capoluogo. Lo stesso è successo a Reggio Emilia, che ha «anticipato» di qualche ora l’invito di Venturi alle Ausl a diventare autonome nell’analisi dei tamponi. Da lunedì infatti è operativa, nel reparto di Microbiologia del Santa Maria Nuova, una mini task force messa insieme ad hoc proprio per l’analisi dei tamponi, che fino ad ora Reggio aveva inviato al Sant’Orsola di Bologna e al Maggiore di Parma. Laboratori in cui c’è una lista d’attesa importante e in cui c’è quindi la necessità di avere un po’ di respiro con il lavoro di analisi richiesto ora alle varie Ausl, che adesso dovranno fare per quanto possibile uno sforzo di organico destinando a questo parte del personale. Il Santa Maria Nuova si occuperà delle analisi relative a città e provincia di Reggio. Lavoro incessante sin da subito, tanto che da lunedì prossimo verranno aggiunti turni notturni di analisi, visto che per ogni tampone il tempo di esame va dalle 5 alle 7 ore. Da Parma intanto ribadiscono qual è l’iter che viene seguito, dopo alcune segnalazioni di persone transitate in osservazione o ricoverate e poi dimesse alle quali non sarebbe stato fatto il tampone. Con temperatura superiore ai 37.5 gradi, i pazienti non vengono dimessi. Al di sotto, in presenza di sintomi compatibili col coronavirus i sanitari si prendono un po’ di tempo per definire la situazione, ma il tampone viene comunque fatto: o dopo la tac, o in reparto, o in terapia intensiva nei casi più gravi o a casa, dall’igiene pubblica, nei casi più lievi di persone che vengono dimesse.
” Barigazzi Così si può preservare chi è in prima linea e si aiuta chi è chiamato al distanziamento sociale