Scudetto del 1925, i rossoblù sfidano «a duello» il Genoa
La suggestione di una sesta finale. Letteraria e giuridica però, senza pallone. Parliamo della partita più lunga della storia del calcio italiano, quella del 1925 fra Genoa e Bologna, Per assegnare il tricolore ci vollero 5 finali, l’ultima a porte chiuse all’alba del 9 agosto in un campo di periferia di Milano. Trionfò il Bologna e di quel match sono emerse magnifiche immagini dalla Cineteca di Milano che il Bologna ha pubblicato martedì sul suo sito, con tanto di commento giusto a sottolineare l’atmosfera distesa e quasi amichevole che regnava e che contrasta con quella militarizzata e fascistizzata da legioni bolognesi come sostengono i genoani. Tesi ribadite in un libro curato dalla Fondazione Genoa a cui ha risposto l’anno scorso quello dettagliatissimo Centro Studi del Bfc che confuta le accuse. Da Genova nessuna precisazione o contro documentazione.La Fondazione Genoa, che chiede l’assegnazione ex aequo per illeciti avvenuti nella terza finale, ha commentato però il video affermando che: non è un inedito perché presente nel Museo del club che lo pubblicò su Facebook tre anni fa; la partita incriminata non è la quinta ma la terza (gol non gol e invasione di campo di Arpinati: evento escluso da testimoni); anche quella 5a finale fu «inquinata» dal fatto, mai negato, che si giocò con i palloni del Bologna (il giorno prima l’allenatore Felsner a differenza del collega Garbut andò a visionare il campo e diede 25 lire al custode affinché si utilizzassero i palloni felsinei). «Nessuna contestazione nuova», commenta il Centro studi curato da Carlo Caliceti, «di fatto resiste, contro ogni possibile documentazione che noi abbiamo pubblicato sul libro “Bologna 1925 fu vera gloria”, l’adagio secondo il quale il Bologna vinse grazie al regime fascista e a Leandro Arpinati, punto». Squadra marchiata, insomma. Dopo un secolo l’ascia di guerra si può sostituire con la dialettica e i documenti storici. Da qui la suggestione, tutta bolognese, di un confronto fra le parti a colpi di storia e di carte. Un dibattito da fare, perché no, a Milano sul campo neutro dove si disputò la finale: l’impianto c’è e se i genoani sono d’accordo ecco la sesta finale. E ora ci sarebbe anche il tempo per farlo.