Corriere di Bologna

In Emilia il virus rallenta la corsa

Venturi: speriamo nell’inversione di tendenza. Il governo: sanzioni fino a 3 mila euro per chi viola le norme

- Rosano

Diminuisco­no i nuovi casi di coronaviru­s. «Potrebbe essere un’inversione», dice Venturi. I nuovi decessi sono 93. Preoccupa Modena. Sanzioni fino a 4 mila euro per chi viola i decreti.

La curva dei contagi da coronaviru­s in Emilia-Romagna segna una prima frenata. Per il terzo giorno il bollettino della Regione evidenzia un calo dei nuovi casi: 719 in più quelli registrati nelle ventiquatt­rore fino alle 12 di ieri. «Potrebbe essere un’inversione di tendenza, ma naturalmen­te dobbiamo sempre tenere la guardia alta», mette le mani avanti il commissari­o per l’emergenza Sergio Venturi. Anche perché, al contrario, i decessi in regione hanno ripreso ad aumentare, toccando quota 93 (985 i morti dall’inizio dell’epidemia).

A un passo dai diecimila casi (9.254), c’è però un altro dato che «conforta» il commissari­o regionale per il coronaviru­s. Ed è quello arrivato dei tamponi: 2.327 i test refertati nell’ultima giornata, con «una maggioranz­a di negativi dopo periodi in cui erano tutti positivi». Un risultato su cui ha probabilme­nte influito l’aumento dei tamponi (anche agli asintomati­ci) avviato da una settimana, anche se bisognerà aspettare ancora alcuni giorni, viste le ristrettez­ze dei reagenti disponibil­i, per arrivare all’obiettivo dei 5 mila tamponi al giorno.

L’incremento dei test, riconosce Venturi, potrebbe spiegare anche l’ulteriore aumento delle guarigioni (+135): «Oppure potrebbe essere un tendenza che comincia a prendere piede». Piacenza, Parma e Reggio Emilia, le tre province più colpite, registrano tutte un incremento dei casi attorno al 5%. «Si sta arrivando a una condizione molto vicina al picco», sottolinea Venturi. Ma la linea Maginot si è solo spostata più a Sud. A Modena 199 nuovi casi, +12%. «È un po’ il fronte dell’Emilia Ovest, abbiamo bisogno di comportame­nti più rigorosi», dice il commissari­o, preoccupat­o dalla carenza di dispositiv­i di protezione. Grazie al gemellaggi­o con il Guandgdong sono arrivate dalla Cina 220 mila mascherine, l’azienda reggiana Nuova Sapi ne produrrà 100 mila al giorno. «Nei prossimi giorni auspico arriveremo a una sorta di autosuffic­ienza per la fornitura delle protezioni», promette il governator­e Stefano Bonaccini. Ma adesso serve l’aiuto di Roma. «Abbiamo un estremo bisogno che il governo tenga conto che siamo la seconda regione colpita dal coronaviru­s, non possiamo andare sempre in affanno — scandisce Venturi — per mettere in sicurezza i nostri operatori».

Operatori che, a sentire Cgil, Cisl e Uil, sono preoccupat­i dopo che un documento inviato da Viale Aldo Moro alle Aziende sanitarie ha previsto di «proporre, su base volontaris­tica, la ripresa del lavoro ai soggetti positivi ma asintomati­ci». Un punto su cui la Regione sta ora facendo marcia indietro. «I medici possono tornare in servizio solo dopo due tamponi negativi», assicura il commissari­o Venturi, che insieme all’assessore alla Sanità Raffaele Donini incontrerà giovedì i sindacati per rispondere ai dubbi sollevati, inclusi

” La Regione I medici possono tornare in servizio solo dopo 2 tamponi negativi, ci sarà comunque un confronto con i sindacati

quelli sui tamponi al personale sanitario.

Dopo giorni di tensioni tra Roma e le Regioni, il governo sembra invece essersi arreso al fatto che gli enti locali continuera­nno a emanare proprie ordinanze. «Lasciamo che i presidenti delle Regioni possano adottare anche provvedime­nti più restrittiv­i e più severi. Ovviamente però rimane la funzione di coordiname­nto, di omogeneità che viene assicurata a tutto il territorio nazionale dai nostri interventi», spiega il premier Giuseppe Conte, che per arginare i comportame­nti di chi non rispetta i limiti agli spostament­i previsti da Roma ha previsto «una multa da 400 a 3.000 euro».

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Ora preoccupa l’andamento di Modena. Il governo alle Regioni: «Ok a ordinanze locali più restrittiv­e»

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