Non voglio rimborsi Un hashtag in aiuto del Teatro Comunale
Non si sa dove sia iniziato. Qualcuno ha detto a una biglietteria, o l’ha scritto sui social, o ha mandato un videomessaggio: io non voglio il rimborso per lo spettacolo mancato. E subito, di questi tempi, è diventato un hashtag, non ancora una vera epidemia buona, ma i direttori dei teatri ci sperano: #iononvoglioilrimborso. Lo hanno rilanciato il presidente dell’associazione che riunisce le fondazioni lirico-sinfoniche, Francesco Giambrone, sovrintendente del Massimo di Palermo, e il vicepresidente Fulvio Macciardi, alla testa del nostro teatro Comunale. Ci spiega Macciardi: «Abbiamo dovuto annullare vari spettacoli e provare a riprogrammarli, ma non c’è nessuna certezza su quando potremmo riprendere a pieno ritmo l’attività. Abbiamo spostato tre recite residue di “Madama Butterfly” a ottobre, lo spettacolo inaugurale della stagione di danza in dicembre; abbiamo annullato o ricollocato un paio di concerti. “Cenerentola” di Rossini con la regia di Emma Dante speriamo di riprenderla l’anno venturo. Le prove dell’”Elisir d’amore” di Donizetti, che avrebbe debuttato il 4 aprile, non sono iniziate, e sicuramente dovremo cancellare le recite».
Questo scombussolamento è costoso, specie perché manca la liquidità di cassa e bisogna affrontare comunque le cospicue spese fisse a carico di un ente di produzione, quelle per il personale artistico, tecnico, organizzativo e amministrativo. «Apprezziamo molto quegli abbonati o quegli spettatori che avevano acquistato il biglietto che non chiedono il rimborso, come un atto di sostegno nei confronti del teatro. È una specie di crowdfunding o di mecenatismo che ci torna utile in un momento di incertezza come questo. Per gli spettatori che vogliano aderire, studieremo una qualche forma di attenzione, una menzione, delle facilitazioni, con cui ricambiare il loro gesto».
Il Ministero ha previsto che si possa chiedere un voucher di pari importo del biglietto non usato, spendibile entro un anno dall’emissione per un altro ingresso. «Questa è già una forma che ci aiuta più della restituzione del prezzo del biglietto. Ma comunque ci creerà problemi di incassi sui prossimi titoli e di gestione dei posti.
Chi voglia veramente dare una mano ai teatri dovrebbe aderire alla campagna #iononvoglioilrimborso. Noi speriamo in questa forma di partecipazione affettuosa alla nostra crisi, minore dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ma comunque piena di implicazioni».