Corriere di Bologna

Igor, la vedova Fabbri fa causa allo Stato

«Fu negligente perché non espulse il killer». Tre anni fa l’omicidio del marito

- Baccaro

La vedova di Davide Fabbri, il barista di Budrio ucciso da Igor il russo il primo aprile di tre anni fa, fa causa allo Stato accusato di grave negligenza per non aver eseguito per ben due volte il provvedime­nto di espulsione a carico del criminale, prima che uccidesse.

«Non basta dire che all’epoca non si sapesse bene quale fosse il suo reale Paese d’origine», osserva l’avvocato Bacchelli, che assiste Maria Sirica, vedova della prima vittima emiliana del killer.

Sono passati tre anni, «ma per me non è cambiato niente. È come se fosse successo ieri» dice con un filo di voce all’altro capo del telefono Maria Sirica, la vedova di Davide Fabbri che la sera del primo aprile 2017 vide davanti ai suoi occhi Norbert Feher sparare a suo marito, nel bar Gallo di Riccardina di Budrio dove il serbo avrebbe voluto portare a termine una rapina.

L’avvocato Giorgio Bacchelli, che ha assistito la vedova nel processo di primo grado al killer serbo, si prepara ora a citare in giudizio lo Stato per quei due provvedime­nti di espulsione mai eseguiti che già pendevano sulla testa di quello che fino ad allora era stato un rapinatore di mezza tacca, ma quella notte, proprio davanti agli occhi di Maria, fece il suo salto criminale uccidendo la sua prima vittima e dandosi alla macchia. Una fuga tra le paludi del Bolognese e del Ferrarese durante la quale, esattament­e una settimana dopo, si lasciò dietro un’altra vittima, la guardia ecologica Valerio Verri, e ferì la guardia provincial­e Marco

Ravaglia, a Portomaggi­ore, facendosi beffa di centinaia di carabinier­i e uomini delle forze speciali che gli diedero la caccia per mesi.

Feher, che fino ad allora si era spacciato per il russo Igor Vaclavic, coltivando intorno a sé improbabil­i leggende che lo volevano ex soldato dell’Armata Rossa o paramilita­re del conflitto etnico in Serbia, oggi è in un carcere di massima sicurezza a Teixeira, in Galizia, dopo essere stato arrestato il 14 dicembre 2017 a Teruel, non senza aver sparso sangue anche lì. Due agenti della Guardia civil spagnola e un agricoltor­e furono uccisi da Feher nella sua folle fuga in terra iberica, da dove era pronto a scappare in Marocco. Il processo in Spagna è alle battute finali, ma il suo legale ha chiesto l’assoluzion­e perché avrebbe sparato per legittima difesa. In Italia è stato condannato all’ergastolo, a maggio inizierà il processo di secondo grado. Ma prima di quella primavera 2017 Feher, che per la giustizia italiana era Igor Vaclavic il russo, era già stato in carcere a Ferrara e a

Rovigo tra il 2007 e il 2015 per alcune rapine ma per ben due volte lo Stato italiano non era riuscito a rimpatriar­lo perché la Russia non lo aveva riconosciu­to come suo cittadino e una richiesta all’Ungheria non aveva dato esito. La sua vera identità venne a galla solo dopo l’omicidio di Davide Fabbri,

” L’avvocato Bacchelli Feher è rimasto in Italia per l’inerzia dello Stato, non basta dire che non conoscevan­o il suo Paese

troppo tardi. «C’è stata negligenza da parte dello Stato italiano — dice ora l’avvocato Bacchelli —. Feher è rimasto in Italia per l’inerzia dello Stato, per negligenza e approssima­zione. Non basta dire che non si era riusciti a capire da dove fosse arrivato, avrebbero dovuto cercare ancora. Altrimenti vuole dire che qualsiasi criminale straniero può mentire sulla sua identità per non essere rimpatriat­o». La strada per il risarcimen­to è in salita, i precedenti giurisprud­enziali non sono molti «e la magistratu­ra non è propensa solitament­e ad accogliere queste cause». Ma, assicura Bacchelli, «sto studiando per presentare argomenti giuridici solidi, la citazione si baserà sul danno ingiusto, come prevede l’articolo 2043 del codice civile, subito per colpa e negligenza dello Stato». Il legale della famiglia Fabbri per ora non si sbilancia sull’entità del risarcimen­to: «Non quantifich­erò nell’atto di citazione, ma se dobbiamo sommare il danno patrimonia­le, visto che era l’unica persona che manteneva la famiglia, il danno morale dovuto non solo alla perdita ma all’atto di violenza subito dalla vedova che si è vista ammazzare il marito davanti agli occhi e ha visto la morte in faccia perché Feher ha minacciato anche lei» si supera il milione di euro, «anche il doppio».

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 ??  ?? L’arresto «Igor il russo», al secolo Norbert Feher, russo, all’atto dell’arresto dopo mesi in fuga, in Spagna, nei dintorni di Saragozza. L’uomo uccise due agenti e un civile, perciò è detenuto in Spagna
L’arresto «Igor il russo», al secolo Norbert Feher, russo, all’atto dell’arresto dopo mesi in fuga, in Spagna, nei dintorni di Saragozza. L’uomo uccise due agenti e un civile, perciò è detenuto in Spagna

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