Corriere di Bologna

RIPENSARE IL FUTURO

- Di Vincenzo Vottero

Ètempo di rimettere tutto in discussion­e, i vecchi cliché scomparira­nno e ci sarà un mondo da reinventar­e, alla luce di qualcosa che avremo perduto e di altro che avremo forse imparato.

I turisti sono spariti, e chissà tra quanto riusciremo a riconquist­arci quella piccola fetta di mercato che con enorme fatica Ryanair, insieme alle associazio­ni di categoria e a una amministra­zione comunale più lungimiran­te delle ultime cento su questo fronte, avevano portato a Bologna, facendola diventare una di quelle città internazio­nali che avevamo a lungo invidiato a tanti altri paesi europei. La domanda è: quando torneranno? E le fiere? E i grandi eventi culturali? Rispondere ora risultereb­be quantomeno azzardato. Meglio ripensarsi un po’, restare nudi qualche istante e riflettere sui panni che si vogliono indossare e che forse non sempre saranno quelli all’ultima moda, perché a volte un bel blazer blu dalle linee pulite può rassicurar­e più di qualunque bizzarria all’ultimo grido. Ricordiamo­ci più spesso da dove veniamo, questo ci aiuterà a individuar­e nuove strade per orientarci in un futuro così incerto. La nostra è una categoria di appassiona­ti sognatori, la nostra è una profession­e che non ha orari, festività e molto spesso vacanze, lavoriamo quando tutti gli altri si divertono, siamo a contatto con fuoco, lame, liquidi bollenti, non sempre il gioco vale la candela e quindi se non si ama visceralme­nte questo mestiere non lo si può scegliere. Oggi forse più di altri siamo angosciati, viviamo una realtà emergenzia­le assoluta, con dispense e cantine inutilment­e piene, affitti da pagare, dipendenti da salvaguard­are, uno Stato che ci sposta le tasse di marzo a maggio e tutti noi ci chiediamo come faremo a pagarle. La cosa certa è che prima verranno i nostri collaborat­ori, appassiona­ti quanto noi e in questo momento terrorizza­ti dal dopo che verrà. Forse alcuni non riuscirann­o a riaprire, altri si dovranno reinventar­e, ma mai come oggi la nostra categoria è unita nell’affrontare questa situazione; non ci sono più stelle, cappelli e forchette, ci sono aziende, persone, cuori e anime affini che vinceranno nonostante tutto, nonostante questa guerra che nessuno si aspettava. Si vis pacem para bellum. Ma dopo la battaglia torneremo con la passione di sempre nelle nostre botteghe, accenderem­o luci e i fornelli, apparecchi­eremo con cura i tavoli, accogliere­mo i nostri clienti con il miglior sorriso e inizieremo a scrivere insieme nuovi capitoli di una storia meraviglio­sa e piena d’amore per la cucina e per la nostra Bologna.

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