RIPENSARE IL FUTURO
Ètempo di rimettere tutto in discussione, i vecchi cliché scompariranno e ci sarà un mondo da reinventare, alla luce di qualcosa che avremo perduto e di altro che avremo forse imparato.
I turisti sono spariti, e chissà tra quanto riusciremo a riconquistarci quella piccola fetta di mercato che con enorme fatica Ryanair, insieme alle associazioni di categoria e a una amministrazione comunale più lungimirante delle ultime cento su questo fronte, avevano portato a Bologna, facendola diventare una di quelle città internazionali che avevamo a lungo invidiato a tanti altri paesi europei. La domanda è: quando torneranno? E le fiere? E i grandi eventi culturali? Rispondere ora risulterebbe quantomeno azzardato. Meglio ripensarsi un po’, restare nudi qualche istante e riflettere sui panni che si vogliono indossare e che forse non sempre saranno quelli all’ultima moda, perché a volte un bel blazer blu dalle linee pulite può rassicurare più di qualunque bizzarria all’ultimo grido. Ricordiamoci più spesso da dove veniamo, questo ci aiuterà a individuare nuove strade per orientarci in un futuro così incerto. La nostra è una categoria di appassionati sognatori, la nostra è una professione che non ha orari, festività e molto spesso vacanze, lavoriamo quando tutti gli altri si divertono, siamo a contatto con fuoco, lame, liquidi bollenti, non sempre il gioco vale la candela e quindi se non si ama visceralmente questo mestiere non lo si può scegliere. Oggi forse più di altri siamo angosciati, viviamo una realtà emergenziale assoluta, con dispense e cantine inutilmente piene, affitti da pagare, dipendenti da salvaguardare, uno Stato che ci sposta le tasse di marzo a maggio e tutti noi ci chiediamo come faremo a pagarle. La cosa certa è che prima verranno i nostri collaboratori, appassionati quanto noi e in questo momento terrorizzati dal dopo che verrà. Forse alcuni non riusciranno a riaprire, altri si dovranno reinventare, ma mai come oggi la nostra categoria è unita nell’affrontare questa situazione; non ci sono più stelle, cappelli e forchette, ci sono aziende, persone, cuori e anime affini che vinceranno nonostante tutto, nonostante questa guerra che nessuno si aspettava. Si vis pacem para bellum. Ma dopo la battaglia torneremo con la passione di sempre nelle nostre botteghe, accenderemo luci e i fornelli, apparecchieremo con cura i tavoli, accoglieremo i nostri clienti con il miglior sorriso e inizieremo a scrivere insieme nuovi capitoli di una storia meravigliosa e piena d’amore per la cucina e per la nostra Bologna.