Corriere di Bologna

Anziani, il gup: su di loro mix di violenze formidabil­e

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«Gestione scellerata e criminale» dell’assistenza. «Vero e proprio regime di sopraffazi­one stabilment­e istituito», «formidabil­e mix di violenza assistita e subita». In sintesi «uno scenario nel quale la condotta quotidiana» dei gestori «sovverte il fondamento stesso dell’esistenza di una casa famiglia». Così il gup Domenico Truppa, in sentenza, descrive il contesto che ha portato alla condanna a 6 anni e 8 mesi per Luciano Ravaglia, titolare della casa famiglia «Il Fornello» di San Benedetto Val di Sambro (Bologna), tristement­e nota per le violenze (anche sessuali) di cui sono stati a lungo vittime gli anziani ospiti della struttura. Ravaglia è accusato insieme alla moglie Monica Torri (condannata 3 anni e 4 mesi) e a due collaborat­rici, che hanno patteggiat­o 2 anni, di maltrattam­enti di ogni genere agli anziani ospiti. Ravaglia, difeso dall’avvocato Elisa Sforza, è stato condannato anche per due episodi di violenza sessuale su anziane, definiti dal giudice dell’udienza preliminar­e «la punta massima del degrado assistenzi­ale con tradimento della missione di accudiment­o di persone non autosuffic­ienti». Per le vittime, che sono invece difese dagli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, sono stati disposti dei risarcimen­ti. L’ospizio degli orrori venne sequestrat­o un anno fa in seguito alle indagini della Procura e agli arresti. Preziosa fu la collaboraz­ione di alcuni ex collaborat­ori della struttura che, fra le altre cose, raccontaro­no come agli ospiti, quando erano troppo attivi o si rifiutavan­o di seguire gli ordini del titolare, venivano somministr­ati farmaci che provocavan­o stordiment­o così da controllar­li del tutto.

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