Cocchi: Bisogna fare sistema per ritornare a vivere I controlli siano massivi
Le macchine per il gelato artigianale non appartengono alle attività essenziali, ma per ritornare a lavorare a pieno regime si ribadisce con forza ogni disponibilità a garantire la massima sicurezza contro i contagi. «Bisogna fare sistema, è questo il punto», ne è convinto Andrea Cocchi, ceo del gruppo Carpigiani,.
Anche la storica azienda con sede ad Anzola rispetta il fermo della produzione stabilita dal decreto anti-coronavirus. Prima dell’ultima stretta, si lavorava seguendo protocolli di sicurezza stabiliti attraverso un accordo sindacale.
Poi, la nuova classificazione dei codici Ateco, e anche qui è partito lo stop riservato alle imprese metalmeccaniche.
«Auspichiamo tutti un graduale ritorno alla normalità», ammette il ceo, ma, insomma, per le attività produttive, fa capire, bisogna fare in fretta. Per evitare il collasso. «Anche noi — assicura — siamo pronti a finanziare la somministrazione del test sierologico ai nostri dipendenti».
«La proposta — fa sapere il manager — è nata spontaneamente, perché siamo arrivati alla conclusione che un’indagine di questo tipo sia utile e necessaria e solo se fatta in modo massivo». Utile e necessaria, dunque, in un quadro generale di controllo dello stato di salute della popolazione e per la pianificazione del ritorno graduale alla vita pre-pandemia.
«Noi riapriremo quando ci
” Il conto Credo che il test possa costare 2 mila euro l’anno a persona ma va bene lo stesso
sarà concesso — va avanti Cocchi— ma intanto avere una maggiore trasparenza sui negativi, aiuterà anche noi a riprendere le attività. Alla nostra azienda tengono, naturalmente, anche i lavoratori. E l’ambiente fabbrica deve essere sicuro al cento per cento».
Secondo il ragionamento di Cocchi, l’alto grado di sicurezza sul luogo di lavoro contribuisce anche alla salute pubblica e al sistema economico in generale. «Un lavoratore “testato”, insomma, sarà anche più sicuro a muoversi, a frequentare ristoranti a fare acquisti nei negozi».
Secondo Cocchi, la ripresa «sarà molto lenta», ma ognuno, passo dopo passo, deve fare la propria parte. La Carpigiani ,anche sul fronte del test sierologico è già pronta. «Ho calcolato che potrebbe costare 2 mila euro a dipendente ogni anno, perché non basterà effettuare la prova una sola volta. Certo non è poco, per chi ha centinaia di dipendenti», anche se il controllo può essere pianificato a campione ma «è giusto così».