«Lo streaming da solo non basta: più tutele ai precari della cultura»
In queste settimane di blocco di tutte le attività culturali anche il Centro Musica del Comune di Modena, un polo regionale che organizza corsi, residenze e molteplici progetti legati al mondo della musica sta vivendo momenti di emergenza.
Tutta la programmazione è stata rivista come ci conferma la responsabile Francesca Garagnani: «Abbiamo una criticità soprattutto per corsi e residenze artistiche. Siamo stati costretti a sospendere il corso di formazione realizzato con il Teatro Comunale Pavarotti.
A marzo avevamo due residenze Linguaggi comuni con Tim Kinsella e Objet Trouve con Jean Luc Montera che stiamo cercando di rinviare al prossimo autunno».
Insomma, un duro colpo per il comparto culturale come sottolinea anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Modena, Andrea Bortolamasi: «Non possiamo pensare che sarà tutto come prima, perché l’emergenza sta lasciando segni profondi nei comportamenti individuali. Stiamo studiando già ora le condizioni per offrire spazi e
modi di fruizione diversi, per permettere a tutti di sentirsi a proprio agio al Centro Musica, luogo di comunità e socialità». Un lavoro che in questi giorni il settore culturale della regione sta affrontando in maniera compatta: «Ci siamo dati un metodo. Ogni settimana insieme agli altri assessori ci incontriamo virtualmente con l’assessore alla cultura della Regione Mauro Felicori per aggiornarci rispetto alle scelte del governo, agli interventi della Regione e agli ammortizzatori sociali — ribadisce Bortolamasi — perché il mondo della cultura è il primo che ha chiuso e probabilmente sarà l’ultimo ad aprire. Rispetto ai bandi dei Comuni e della Regione, la prima cosa da capire sono le modifiche alle regole per i finanziamenti dei progetti culturali che andranno in proroga; un pacchetto unico di richieste per la conversione del decreto “Cura Italia” anche nell’ambito del settore culturale e l’integrazione dell’accordo regionale sulla cassa integrazione per tutti i lavoratori intermittenti della cultura, che rischiano di essere penalizzati perché non riescono ad accedere a questi strumenti,