Un milione per sostenere gli affitti
L’assessore Gieri: «Incentivi a chi abbassa il prezzo di almeno il 30%, più supporti a chi lo dimezza»
Il Comune stanzia un milione per aiutare con incentivi vari chi vorrà abbandonare la strada (ora in discesa a picco) degli affitti turistici per affittare i propri alloggi a canone concordato. «Ma il ribasso deve essere almeno del 30%».
Il Comune di Bologna stanzia un milione di euro per incentivare — con agevolazioni fiscali e altre forme di sostegno — la trasformazione dei contratti di affitto a canone libero in contratti a canone concordato, andando così incontro alle esigenze degli studenti universitari e dei lavoratori fuorisede: e di fatto provando a spostare le locazioni a breve periodo dedicate al turismo verso altre categorie, considerando che a causa del coronavirus nel prossimo anno sarà difficile rivedere il flusso di visitatori avuto nel recente passato.
Nel piano sugli affitti agevolati presentato ieri dal sindaco Virginio Merola, dall’assessore alla Casa, Virginia Gieri e dall’assessore al Turismo, Matteo Lepore, sono inoltre previsti aiuti per ridurre gli affitti ai 32.000 contratti a canone concordato già attivi (l’aliquota Imu è allo 0,76% invece dell’1,06%) e contributi per quelle strutture extra-alberghiere che in via transitoria e in attesa del ritorno dei turisti decideranno di affittare a studenti, lavoratori e operatori sanitari. Il protocollo di Palazzo d’Accursio, firmato anche dall’Alma Mater e da associazioni di inquilini e proprietari, dovrà ora passare alla fase di studio ed elaborazione per definirne la parte tecnica ma come spiega la Gieri «per quanto riguarda la riduzione degli affitti sicuramente possiamo già dire che non basterà diminuire il canone di 10-20 euro per usufruire dell’incentivo, parliamo di almeno il 30% in meno e ci sarà un supporto maggiore per chi arriva ad abbassarlo del 50%». La manovra del Comune sulla casa parte dalla volontà di intervenire in modo preventivo sulle difficoltà che famiglie e lavoratori avranno nel pagare gli affitti, con il rischio di una recrudescenza del fenomeno degli sfratti ma anche per spingere gli studenti a non abbandonare la città. «Interveniamo su entrambi i fronti e si tratta di un provvedimento unico in Italia — commenta Merola —. Stanziamo questi fondi e poi aspettiamo il benedetto decreto del governo per i fondi sugli affitti, anche se i 3,5 miliardi finora stabiliti non basteranno». Per Lepore «nel rifondare la città dopo il Covid-19 vogliamo prima riavere gli studenti e dopo i turisti, anche se sono due categorie che non vediamo in conflitto, con la Fondazione innovazione urbana stiamo invece lavorando a una piattaforma che consenta di incrociare la domanda e l’offerta di questi appartamenti “riconvertiti” per affitti lunghi».
Oggi Lepore durante un’altra conferenza stampa spiegherà invece come ripartirà la macchina culturale comunale, in particolare l’accesso a musei e biblioteche, ma anche la fruibilità agli impianti sportivi. Si tratta di uno dei nodi che il Comune ancora doveva sciogliere: una delle tante partite aperte per l’effettiva ripartenza. La più complessa riguarda forse il regolamento sui dehors atteso da bar e ristoranti, che chiedono meno burocrazia, e che prevede anche un delicato confronto con la Soprintendenza in vista di un alleggerimento della procedura di concessione del suolo pubblico. Non sono poi mancate le critiche per l’immediato ritorno della sosta a pagamento già da lunedì. Sabato scorso si è invece conclusa la distribuzione dei buoni spesa (11.500 domande totali) a chi aveva presentato una domanda valida e completa: nei prossimi giorni sarà il turno di quelle ritenute incomplete e da integrare.