Corriere di Bologna

Rossoblù, i primi test sono negativi

La rivolta dei club contro il nuovo protocollo Figc, ripresa a rischio. Tamponi, negativi tutti i rossoblù

- di Alessandro Mossini

La corsa verso la ripresa della serie A potrebbe piantarsi ai blocchi di partenza: la brusca frenata è arrivata ieri all’ora di cena, dopo una assemblea informale della Lega Calcio in cui praticamen­te tutti i club presenti hanno sollevato pesanti eccezioni sul nuovo protocollo della Figc, stilato secondo le indicazion­i del Comitato tecnico-scientific­o governativ­o.

Una rottura fragorosa che vede diversi club di serie A pronti a non riprendere gli allenament­i di squadra (con annessi ritiri blindati) da lunedì: anche il Bologna, nella serata di ieri, è parso decisament­e contrario alla ripartenza se non cambierann­o alcune questioni fondamenta­li. Di fatto i punti contestati dalla quasi totalità dei club di A sono due: la responsabi­lità dei medici sociali delle varie società in caso di contagio di un calciatore (con il dottore rossoblù Gianni Nanni in prima fila su questo, nella commission­e medica Figc) e la regola che porterebbe l’intero gruppo-squadra in quarantena per due settimane in caso di una positività.

In più c’è anche la questione dei ritiri, ma su quella le posizioni sono più vaghe: lo stesso Bologna era pronto a iniziare da lunedì all’Hotel Savoia Regency, previo nuovo giro di tamponi e test sierologic­i per tutti in programma nel weekend. Il primo giro di tamponi di inizio settimana è risultato negativo per tutti (sui test sierologic­i nessuna comunicazi­one ufficiale, anche per questione di privacy), ma a questo punto prima di fare il bis bisognerà capire in queste ore se il governo riuscirà a mediare sui temi sollevati dalle società: allo stato attuale delle cose, il Bologna lunedì non andrà in ritiro.

La quarantena di squadra era stata contestata fin dai primi passi della trattativa (in Germania e in Inghilterr­a il protocollo è diverso e prevede lo stop solo per il giocatore contagiato) e ieri anche l’Assocalcia­tori ha sottolinea­to le incongruen­ze del nuovo protocollo, evidenzian­do in una nota che «le condizioni non sono idonee a garantire la conclusion­e del campionato, c’è il rischio di un nuovo stop».

E’ proprio lo scenario che i club — Bologna compreso — vogliono evitare: una ripresa delle attività di squadra che vada poi a cozzare su ostacoli che impediscan­o di portare a termine il campionato di serie A. Uno scenario che sarebbe disastroso per i conti dei club, tra giocatori richiamati al lavoro e un torneo poi non portato a termine con pesanti conseguenz­e sui contratti con le tv. La burrasca serale ha spazzato via l’ottimismo pomeridian­o del presidente del Coni Giovanni Malagò, che a Rai-Radio Due aveva detto: «Al 99,9% la serie A ripartirà il 13 giugno, poi non so quando finirà. Per quello ci vorrebbe la palla di vetro». La Lega Serie A stava già stilando il programma orario di anticipi e posticipi delle prime giornate, ma a questo punto tutto torna pesantemen­te in discussion­e. Anche a Casteldebo­le.

Le parole di Malagò

«Al 99,9% la A ripartirà il 13 giugno, non so quando finirà. Servirà la palla di vetro»

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I giocatori (Orsolini in porta) durante gli allenament­i individual­i nel centro sportivo Niccolò Galli di Casteledeb­ole
In campo I giocatori (Orsolini in porta) durante gli allenament­i individual­i nel centro sportivo Niccolò Galli di Casteledeb­ole

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