Corriere di Bologna

«Ci vorranno 10 anni per tornare alla normalità»

Il sindaco: Metropoli ignorate e pochi soldi La Regione invece loda il provvedime­nto

- Di Francesco Rosano

«Un bilancio positivo come quello del 2019 lo rivedremo nel 2029». L’assessore comunale Davide Conte guarda ai prossimi anni difficili che aspettano la casse di Palazzo d’Accursio. Ma, assicura, «il Comune di Bologna non è a rischio default». Critiche al Decreto rilancio: «Le risorse coprono solo la prima fase della crisi».

«Se nella relazione tra Stato e Regioni è il conflitto ad avere caratteriz­zato i giorni della crisi, nei confronti degli enti locali la cifra distintiva è stata piuttosto la sottovalut­azione dei problemi indicati dai Comuni». All’indomani dell’approvazio­ne del Decreto rilancio, il sindaco di Bologna Virginio Merola va all’attacco del governo Conte. «Il ruolo delle istituzion­i più vicine ai cittadini — accusa il sindaco metropolit­ano — è stato considerat­o secondario».

Dall’inizio dell’emergenza coronaviru­s i Comuni sono stati trattati come «ambiti di decentrame­nto ed esecuzione di decisioni prese dal governo», lamenta Merola, ricordando per esempio il loro ruolo nell’erogazione degli assegni per l’emergenza alimentare. Solo negli ultimi giorni il governo si è mosso «per sostenere i Municipi nello sforzo in atto, con tre miliardi già oggi insufficie­nti», sottolinea il sindaco di Bologna, secondo cui ancora peggio è andata a Province e Città metropolit­ane: «Ignorate del tutto nel disegno dei provvedime­nti contro l’emergenza sanitaria». Ma anche se le Regioni «mostrano in tutta evidenza fastidio e sospetto per queste “eccezioni” nel loro tessuto locale e lo Stato continua a dimenticar­sene», aggiunge Merola, le Città metropolit­ane «rappresent­ano un terzo del Pil del Paese». «Si tratta di avere le risorse e i poteri per cui sono state create. E di avere come interlocut­rice la Presidenza del Consiglio — conclude il sindaco metropolit­ano di Bologna — per concordare una concreta Agenda urbana nazionale, così come già fatto in Europa e in diversi Stati europei».

Impossibil­e non notare come il giudizio del primo cittadino del capoluogo, e quello del presidente della Regione, siano distanti anche stavolta. Visto che per il governator­e Stefano Bonaccini il Decreto rilancio non è una delusione, ma semmai «una misura rilevante». «La esaminerò punto per punto — aggiunge Bonaccini a Omnibus su La7 — ma mi sembra che finalmente sia quello che davvero deve aprire la Fase 2». Ma per il presidente emiliano-romagnolo resta un tema di velocità dell’azione di governo e dei suoi effetti. «C’è bisogno che non solo vengano varati i provvedime­nti — sottolinea Bonaccini — ma che le risorse arrivino in tempi molto più brevi a chi ne ha bisogno». Anche per le infrastrut­ture ancora in stand-by, come il Passante di Bologna o la Campogalli­ano-Sassuolo. «C’è bisogno di procedure molto più spedite e veloci, soprattutt­o per le opere più grandi. Si fa sempre riferiment­o al ponte Morandi, ma una cosa simile credo serva» anche altrove.

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