Corriere di Bologna

Uccide il figlio disabile e si toglie la vita

La tragedia della disperazio­ne a Carpi. La moglie era uscita a fare la spesa

- Lanzilli

Ha lasciato una lettera per spiegare il suo gesto, poi ha ucciso il figlio, disabile dalla nascita, e si è tolto la vita. Tragedia ieri a mezzogiorn­o in via Longhena, a Carpi, dove Villiam Losi, 69 anni, pensionato, ha soffocato il figlio Daniele, di 37 anni e poi si è tolto la vita. A scoprire quanto accaduto la moglie che si era assentata per andare a fare la spesa. Quando è rincasata ha trovato il portone d’ingresso chiuso con un catenaccio e ha avvisato i carabinier­i.

Ha lasciato una lettera per spiegare il suo gesto, poi ha ucciso il figlio, disabile dalla nascita, e si è tolto la vita. Tragedia ieri a mezzogiorn­o in via Longhena, a Carpi, dove Villiam Losi, 69 anni, pensionato, ha soffocato il figlio Daniele, di 37 anni e poi si è tolto la vita. A scoprire quanto accaduto la moglie che si era assentata per andare a fare la spesa. Quando è rincasata ha trovato il portone d’ingresso chiuso con un catenaccio e ha avvisato i carabinier­i.

Il 69enne prima si è barricato in casa e poi ha utilizzato un sacchetto della spesa per soffocare il figlio, tetraplegi­co, che in quel momento era a letto. Poco dopo si è tolto la vita in bagno utilizzand­o un coltello che è stato ritrovato poco lontano dal cadavere. I vicini non hanno sentito nulla e la tragedia pare essersi consumata in pochi minuti. Quando i militari della compagnia di Carpi, guidati dal comandante Alessandro Iacovelli, sono arrivati all’interno della palazzina insieme a vigili del fuoco e ai sanitari del 118, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dei due. Sul posto anche la pm Francesca Graziano.

Una tragedia maturata certamente in anni di sofferenza e accentuata in queste lunghe settimane di isolamento.

Questo ipotizzano gli inquirenti dopo aver letto la lunga lettera lasciata dall’uomo rivolta all’altra figlia alla quale chiede di restare vicina alla madre e aggiunge «non sopporto più di vedere mio figlio soffrire così». Nella lettera l’uomo racconta di averlo addormenta­to prima di ucciderlo, un gesto che racconta la complessit­à e la tragicità di quanto accaduto.

Daniele Losi viveva con la mamma e il papà e tutti i giorni frequentav­a il centro diurno della comunità per disabili Nazareno, realtà conosciuti­ssima a Carpi e non era mai stato lasciato solo, come ricorda anche il sindaco Alberto Bellelli che in una nota parla di una vicenda tragica che ha scosso tutta la comunità, sottolinea­ndo che «lui e la sua famiglia sono stati raggiunti dalle telefonate e video chiamate anche in questo periodo di emergenza. Nell’ultima telefonata, la settimana scorsa, andava tutto bene e la famiglia

Una vita insieme

Daniele, 37 anni, era tetraplegi­co dalla nascita. Lo choc del paese e dei vicini

chiedeva quando sarebbero potuti accedere al servizio dicendo che avrebbero preso la cosa con estrema cautela, data la fragile condizione sanitaria del ragazzo».

Sconvolti i vicini di casa, che conoscevan­o molto bene la famiglia. «Daniele era una persona dolcissima, espressivo anche senza parlare». «Li vedevo tutte le mattine, sono sconvolta, due genitori che si sono sempre dati da fare, accudendol­o dalla nascita, una tristezza infinita». La casa è stato sequestrat­a per i riscontri medicolega­li.

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