Corriere di Bologna

«Nessun default, ma prevedo dieci anni di bilanci in salita»

L’assessore Conte: «Già nel 2021 non avremo avanzi da usare»

- Francesco Rosano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Un bilancio comunale positivo come quello del 2019 lo rivedremo nel 2029». Quando mercoledì sera, durante un incontro virtuale con il circolo Passeparto­ut del Pd, l’assessore bolognese al Bilancio Davide Conte ha pronunciat­o queste parole i partecipan­ti hanno strabuzzat­o gli occhi dietro i loro schermi. «Non è cupezza, è solo prudenza», sottolinea Conte, determinat­o a sottolinea­re che al contrario di altre grandi città a Bologna «non c’è un rischio default». Anche se il Decreto rilancio presentato dal governo, e atteso per oltre un mese, lascia l’amaro in bocca. «Il “Decreto Godot” — lo ha ribattezza­to l’assessore — alla fine è arrivato, ma per evitare che il prossimo si intitoli “il Deserto dei Tartari” occorre essere veloci nei provvedime­nti e integrare le mancate entrate dei Comuni. Le risorse arrivate compensano per la prima fase della crisi, ma non bastano».

Assessore, ci vorranno davvero dieci anni per tornare a un bilancio pre-Covid?

«Non essendo chiaro cosa succederà nel breve periodo dobbiamo fare valutazion­i che si basano sul massimo della prudenza, dunque considerar­e una scarsità di risorse significat­ive per il Comune vista la situazione del territorio. Il portafogli di Palazzo d’Accursio non è fatto di lingotti d’oro, ma di entrate, ed è permeabile alla situazione della città. Pensiamo ai buoni spesa, la domanda è stata quasi doppia rispetto alle 6.700 domande inizialmen­te ipotizzate. Siamo arrivati a 11.500 domande e abbiamo dovuto aggiungere 1,7 milioni allo stanziamen­to del governo, ma se non avessimo chiuso il bando penso saremmo potuti arrivare anche a 20.000. Dobbiamo fare i conti con un impoverime­nto e una fragilità del tessuto sociale, senza dimenticar­ci che stavamo ancora pagando i danni della crisi del 2008».

A Firenze si parla di rischio default. Qui le casse del Comune hanno perso una trentina di milioni, anche Bologna può rischiare?

«Noi abbiamo messo in sicurezza il bilancio grazie a un avanzo di quasi 70 milioni di euro, in parte vincolati, che è arrivato al momento giusto. Non solo abbiamo salvaguard­ato i servizi, ma in alcuni casi come per i buoni spesa abbiamo aumentato le risorse impiegate. Il problema grosso è che nel 2021 non avremo nessun avanzo da giocarci e costruire il bilancio sarà complesso, soprattutt­o di fronte all’ultimo decreto che copre solo i primi due mesi di mancate entrate».

Doveva essere il Decreto aprile, è arrivato a metà maggio. Lei lo ha ribattezza­to “Decreto Godot”: valeva la pena di aspettarlo?

«Sicurament­e bisogna mettere risorse per far fronte alla crisi sanitaria, così come servono risorse per affrontare la crisi economica, ma a maggior ragione bisogna mettere risorse per arginare la crisi sociale e di socialità. Non sostenere adeguatame­nte i Comuni mette a rischio il tessuto sociale. Ci sono aspetti positivi, come l’esenzione della prima rata Imu per gli alberghi, che alleggeris­ce gli imprendito­ri e compensa anche i Comuni. O la compensazi­one, anche se minima, dell’imposta di soggiorno. Però non è arrivato nessun sostegno ai Comuni per gli sconti sulla Tari,che noi continuiam­o a garantire a imprese e attività commercial­i in difficoltà. E poi, anche a livello territoria­le, si trascura del tutto il tema delle famiglie, che in queste settimane di privazione della scuola sono state invece la vera chiave di volta del lockdown. Il problema è che 3,5 miliardi non bastano, ci sarebbero voluti 5 miliardi per aiutare davvero i Comuni in questa fase».

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Al lavoro Davide Conte è assessore al Bilancio del Comune

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