Corriere di Bologna

«Non si vedono gli anticipi» Le tute blu attaccano le banche

I sindacati: malgrado gli accordi, dagli istituti non arrivano i soldi della cig

- L. Cav. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L’Ipns ha liquidato 20 mila domande di cassa integrazio­ne su 37 mila inviate dalla Regione. L’assessore Colla: «Siamo Passati da 3 mila domande a 400 la settimana», fa sapere l’assessore alle Attività produttive Vincenzo Colla, e assicura di «essere al lavoro per erogazione rapida». Procedura completata per quasi il 90% delle circa 44mila richieste totali: 96 mila i lavoratori interessat­i, 32 mila le imprese e 27 milioni le ore di lavoro perse. Quasi il 97% dell’ammortizza­tore è stato richiesto da lavoratori dei servizi, ma intanto esplode la rabbia delle tute blu, insieme ai loro sindacati. Il problema sono le banche che dovrebbero anticipare le somme degli ammortizza­tori sociali. Non sta avvenendo, denunciano Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil regionali. Già nelle settimane scorse le sigle avevano parlato di «ostruzioni­smo» degli istituti di credito, e a Bologna era stato lanciato l’allarme per 1.300 addetti delle coop sociali e poi per 300 educatori a Modena rimasti senza stipendio ne’ anticipo degli ammortizza­tori. Ora ad infuriarsi sono i metalmecca­nici per il mancato rispetto del protocollo Regione-banche che «permettere­bbe ai lavoratori di avere una risposta concreta alla crisi» dato che «i tempi della burocrazia per l’approvazio­ne ed il conseguent­e pagamento della cassa integrazio­ne da parte dell’Inps, pur essendosi snelliti rispetto al passato, sono inconcilia­bili con le esigenze quotidiane dei lavoratori».

Il protocollo, affondano i sindacati, «doveva dare risposta a questa emergenza. Doveva, in quanto quel protocollo non sta funzionand­o». «Non è ne’ serio, ne’ responsabi­le — affermano Samuele Lodi,

Gianni Caruso e Daniele Valentini, rispettiva­mente segretari regionali di Fiom, Fim e Uilm — volere scaricare sui lavoratori in cassa integrazio­ne costi ulteriori oltre a quelli di bollo, tempi burocratic­i e linee di indirizzo di marketing».

La contrattaz­ione messa in campo da Fim-Fiom-Uilm «ha permesso di definire accordi per l’anticipo del trattament­o di integrazio­ne salariale da parte delle aziende», poi però i lavoratori non hanno visto un euro. Perché, si spiega nella nota dei rappresent­anti dei lavoratori, c’è «un sistema delle banche che firma accordi per dare ossigeno ai lavoratori cassintegr­ati, accordi che poi non rispettano (e non per responsabi­lità dei lavoratori degli Istituti, bensì delle direzioni)»

La Regione ha convocato per venerdì i firmatari del protocollo e allora, concludono Lodi, Caruso e Valentini, i sindacati sollecitin­o «i rappresent­anti delle banche ad una condotta responsabi­le al tavolo e poi agli sportelli verso i lavoratori». Secondo i dato della Regione sono circa 32 mila le unità produttive coinvolte dal lockdown che hanno avuto bisogno della cassa integrazio­ne i deroga, 27 milioni le ore perse, mentre i lavoratori che hanno dovuto far ricorso all’ammortizza­tore sono quasi 96 mila, in stragrande maggioranz­a operai e impiegati (rispettiva­mente 48,2% e 43,1%), soprattutt­o donne (61,8%). Alla Magneti Marelli di Crevalcore, infine, lamentano un calo significat­ivo di produzione e di ordini, fino alla chiusura di alcuni reparti, tanto da prevedere un ricorso massiccio alla cassa integrazio­ne fino a giugno.

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Metalmecca­nici Alla Magneti Marelli si prevede un ricorso massiccio alla cig

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