Il teatro tra i fornelli
«Cosa hai messo nel caffè?» Il secondo show cooking di Ert: un viaggio aromatico da Berlino a Fort-de-France
Teatro partecipato, audience development, pedagogia civica, promozione territoriale: non spaventatevi, non siamo in un corso per scrivere progetti europei in un morbido burocratese. Sono i principi e gli obiettivi che governano un’esperienza svolta nelle scuole dagli attori di Ert, una riflessione vitale su una città a misura di ragazzo e di ragazza. Oggi alle 11 sulla pagina Facebook «Dire+Fare=Fondare» si potrà vedere un libero spettacolo di cucina letteraria, ossia un «cooking show», che segue il numero pilota realizzato la scorsa settimana dalla classe I Q del liceo scientifico Righi, guidata da una professoressa appassionata di teatro, Matilde Maresca, e da alcuni attori della Compagnia permanente Ert.
Lo scopo del progetto, promosso dal teatro nazionale emiliano romagnolo nell’ambito delle attività per under 25 del Comune di Bologna del programma Pon Metro14-20, è quello di fondare un luogo urbano del desiderio. Il percorso, iniziato in autunno, con l’implicazione di molti operatori teatrali della città, si intitola «Così sarà! La città che vogliamo» ed ha subìto, comprensibilmente, una trasformazione all’arrivo del lockdown. Come era e come è diventato ce lo racconta la professoressa Maresca: «In novembre gli attori di Ert sono entrati in classe, dove hanno letto testi letterari sulla città e invitato i ragazzi a metterli in scena». Questa era la prima fase, indicata come quella del «dire», cui è seguita l’altra del «fare». Continua Maresca: «Avremmo dovuto portare brani scelti in luoghi concreti della città per esplorarla. Ma tutto si è fermato, e qui Ert non ci ha lasciati soli. Il lavoro si è spostato online: la riflessione è proseguita nelle nostre aule virtuali, con l’obiettivo finale di fondare una città, in un percorso lungo, affasci
nate, non mordi-e-fuggi».
Il processo ha portato dai siti urbani reali a quelli immaginarii come Gotham City e altri del cinema, a invenzioni della letteratura o dei fumetti. «Sono stati evocati luoghi in cui si vorrebbe andare e in cui non si è ancora stati, vicini, lontanissimi o di fantasia, in viaggi virtuali che per recarsi da Detroit a Tokyo passavano per l’Isola che non c’è o per Bologna. È stato utilissimo immaginare tutti questi “fuori”, mentre ognuno di noi era chiuso dentro la propria abitazione».
La narrazione dei lavori svolti si è materializzata negli show cooking letterari, racconti che passano per il cibo, come nella puntata di prova del Righi, andata in diretta la settimana scorsa, «Cibi cose città» in cui tutti, con regolari grembiulini da cucina, preparavano e cuocevano pancake. Oggi, per questo viaggio nei cinque continenti tra ricette tipiche, immaginazioni, osservazioni, desideri, si vedrà in diretta Facebook una classe del Pacinotti con «Che cosa hai messo nel caffè? Doppio macchiato nero ristretto al vetro. Da Berlino a Fort-de-France». Sono in tutto trentadue le classi digitali – in quindici istituti, con ventiquattro docenti e circa ottocento studentesse e studenti – coinvolte in attività laboratoriali di creazione drammaturgica che ibridano gli strumenti e le competenze del teatro con le potenzialità dei social network, delle applicazioni, dei mezzi multimediali. «Per me – conclude la professoressa Maresca – questo lavoro è stato importante perché ha permesso un incontro dei ragazzi con il teatro, grazie agli attori di Ert, bravi ad affascinare e a creare legami, a far conoscere testi di autori noti e meno noti, anche scomodi; a mettere in moto la passione per il teatro, che in questo momento ci manca tanto».