Caiumi: «Non tutti usciremo dalla crisi»
E suona la sveglia per il prossimo sindaco
Dalle imprese alle istituzioni ad ogni livello: l’intervento del presidente di Confindustria Valter Caiumi all’assemblea degli industriali è un’esortazione: «Non c’è più un posto da occupare senza competenze», e «dalla crisi non ne usciremo tutti».
«Abbiamo sprecato troppe energie». Un passaggio è riservato alle elezioni del sindaco: «serve una leadership indiscussa, conseguente dal curriculum della vita vissuta» e annuncia un sondaggio per delineare proposte concrete.
Elogio della competenza: dall’impresa alle istituzioni, comprese quelle cittadine. L’emergenza Coronavirus, secondo il presidente di Confindustria Emilia, «ha rivelato innanzitutto le nostre debolezze». E ora, per uscirne, ci dice a margine dell’assemblea privata degli industriali tenutasi online, «servono solo competenze. A volte abbiamo lasciato o messo nelle posizioni persone che non sono in grado di portare quel carico. Ma non si può più fare. Non c’è più un posto da occupare senza competenze».L’intervento dell’imprenditore — seppur lamenta come le aziende siano state «lasciate sole» e indifese — è un’accorata esortazione a essere «più coraggiosi, uniti». Ma «non tutti usciremo da questa crisi».
Collegato online con 1350 associati, Caiumi non ha fatto sconti. «Il nostro ruolo, da sempre svolto con senso civico — si è sfogato — ha è stato
” Con il lockdown sono state perse delle energie Bene ha fatto la Regione a insistere sulle aperture Le nostre aziende sono monitorate ogni mese: sono molto sicure
Le idee
«Bisogna avere il coraggio di abbattere e costruire, e rimanere uniti, anche in politica»
rinnegato. Siamo passati nel giro di pochi mesi da co-attori di cambiamento di una società con al centro le persone ad un ruolo di compensazione del welfare pubblico, per decreto. E non siamo stati noi a fare passi falsi. L’emergenza sanitaria è stata, in modo inaccettabile, scaricata sulle imprese. Qualcuno faccia un esame di coscienza nei prossimi mesi».
A proposito di competenze, a Caiumi non sfugge poi, a un certo punto del discorso agli industriali, che Bologna, che intende allargata al territorio, dovrà scegliere il sindaco dopo i due mandati di Merola: «È un’occasione dove far prevalere i contenuti delle proposte e le doti delle persone. Per guidare una città come la nostra, occorrono capacità straordinarie, visioni internazionali per collocarci nella rete delle città europee, una leadership indiscussa, conseguente dal curriculum della vita vissuta». «Il passaggio di testimone non sarà semplice, perché si devono recuperare decine di anni, e per supportare un’attività non comune come quella che ci attende serve un radicale cambiamento, che possa gestire e amministrare la straordinarietà dei prossimi anni. Le sue prospettive di crescita dovranno essere un esempio a livello nazionale». E annuncia che , «nei prossimi mesi ci faremo promotori di un sondaggio» che identifichi proposte concrete.
Se c’è qualcuno da bacchettare, quello non sembra il governatore Stefano Bonaccini: «Non aprire due settimane prima è stata un’opportunità persa — ci dice — Abbiamo buttato via parte delle nostre energie, e credo che Bonaccini
fosse d’accordo. Abbiamo sprecato risorse, ma ora l’importante è reagire con tempestività,». «Ma la nostra priorità è la salute delle persone» insiste. «Ogni mese monitoriamo i nostri associati Le imprese sono ambienti molto sicuri».
Però, non teme di dichiararlo in assemblea, «non usciremo tutti da questa crisi, e certamente saremo diversi. Consapevoli delle debolezze del nostro paese, ne parliamo da troppo tempo: deboli nell’educazione, nel senso civico, nel rispetto dell’ambiente, infrastrutture datate, dando sempre poco valore alle competenze ma molto attenti ad occupare posizioni. Sapevamo che davanti ad una prova difficile non avremmo retto. E la prova è arrivata». «Un paese come il nostro che ha poche risorse finanziarie è un paese a cui non è concesso sbagliare. E più il tempo passa e più ciò è drammaticamente vero». Parla di fattori che combattiamo da 30-40 anni. Che ruolo possono avere le imprese?: «Se le infrastrutture non sono in grado di proteggerci dalle emergenze, bisogna avere il coraggio di abbattere e ricostruire — replica — Noi facciamo la nostra parte, portiamo confronti internazionali, mettiamo il mondo in contatto con altri territori. Saremo promotori dell’innovazione tecnologica delle filiere. Saremo proattivi». All’assemblea parla di digitalizzazione, alta formazione, di atavica mancanza di tecnici. E cosa chiede alla politica nella fase 3? «Dobbiamo essere autorevoli — spiega — Per chiedere bisogna fare, essere persone serie. Dobbiamo essere uniti, in Europa e in parlamento».
In chiusura, infine, fa sapere che «grazie all’efficenza» della forza aggregativa dell’associazione, è già stato restituito all’80% della di novembre, «che significa due milioni di euro di cassa in meno».