Gel al posto dell’acqua santa Così la messa è ricominciata
Monsignor Ottani: dobbiamo lanciare un segnale di accoglienza e vicinanza
Dispenser di gel igienizzante sulle acquasantiere svuotate. File di sedie distanziate che in parte sostituiscono i lunghi banchi. Il segno di pace scambiato con gli sguardi, senza contatto fisico. E parroci che prima di distribuire la santa Comunione si disinfettano le mani e indossano la mascherina. Così sono ripartire ieri le messe in città.
Sedie distanziate al posto dei lunghi banconi, sacerdoti con la mascherina danno la comunione. A Reggio Emilia un’app per prenotare il posto
Dispenser di gel igienizzante sulle acquasantiere svuotate. File di sedie distanziate che in parte sostituiscono i lunghi banchi. Il segno di pace scambiato con gli sguardi, senza contatto fisico. E parroci che prima di distribuire la santa Comunione si disinfettano le mani e indossano la mascherina. «Ma è una gioia poter partecipare di nuovo alla messa» raccontano i fedeli che ieri mattina sono tornati nelle parrocchie bolognesi e hanno potuto riallacciare il filo della comunità cristiana tranciato dalle lunghe settimane di quarantena dovuta al coronavirus. Una partecipazione vissuta sopratutto nella cattedrale di San Pietro, con le lunghe ma ordinate file per osservare un momento di preghiera davanti alla Madonna di San Luca, che domani pomeriggio sarà portata in piazza Maggiore per una benedizione alla città e domenica tornerà nel santuario toccando con un breve percorso i luoghi simbolo della lotta al Covid-19.
La Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla ha perfino messo a punto un’applicazione per smartphone, un sito internet e un centralino per prenotare i posti in chiesa e poter così monitorare l’affluenza durante alcune messe più partecipate, come quelle della domenica: un sistema all’avanguardia in Italia.
Un tetto massimo di partecipanti, cioè non più di 90 persone a funzione, lo ha fissato anche monsignor Stefano Ottani, vicario generale per la sinodalità dell’Arcidiocesi di Bologna e parroco della chiesa dei santi Bartolomeo e Gaetano di Strada Maggiore: all’ingresso del portone a pochi passi dalle Due Torri ha però preferito mettere un cartello di «Bentornati» invece di quello «standard» a norma di protocollo. «Ovviamente anche nel nostro cartello sono elencate le regole da rispettare — spiega — ma mi piace di più avere la scritta grande “bentornati” perché dobbiamo lanciare un segnale di accoglienza e di vicinanza, dobbiamo dire che le nostre porte sono di nuovo aperte, pur nel rispetto delle norme. Le chiese non possono diventare un luogo condizionato solo dal rigido controllo di una distanza. Si tratta di una situazione impegnativa per tutti, noi per esempio abbiamo eliminato 200 sedie. Le file con 7 posti adesso ne hanno solo 3 e nei banchi viene indicato dove sedersi». Un ritorno atteso e che don Umberto Tagliaferri della
Diocesi di Reggio Emilia ha studiato nei minimi dettagli, utilizzando anche la tecnologia. «Affidandoci a uno studio legale e a una società che ha sviluppato il software permettiamo di prenotare online e con un’app il posto a messa — spiega don Umberto —. Un sistema innovativo che ci hanno chiesto anche da altre città perché non abbiamo adattato le tecnologie per prenotare i tavoli di un ristorante alle parrocchie ma è concepito proprio per le nostre esigenze. Abbiamo già 2100 prenotazioni sugli 11000 posti messi a disposizione. Molte funzioni per domenica prossima sono già piene. Quando c’è il sold out si bloccano le prenotazioni e il prete può decidere se aggiungere un’altra messa».