Corriere di Bologna

I nuovi contagi sono al minimo «Ma il virus non è sconfitto»

I dati migliorano: nel capoluogo ieri un solo positivo in più. Ma Bonaccini avverte: «Se la curva risalirà chiuderemo ancora tutto»

- Marina Amaduzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Il virus non è stato sconfitto. Se, nelle prossime settimane rimbalzerà in avanti la curva dei contagi, in maniera rilevante, dovremo chiudere tutto ciò che abbiamo aperto». È il perentorio avvertimen­to del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che guida come noto anche la Conferenza delle Regioni, nel giorno delle grandi riaperture della Fase 2. «Bisogna utilizzare le mascherine, mettere in atto il distanziam­ento fisico, seguire le regole e lavare spesso le mani — sottolinea —. Per non vanificare i sacrifici fatti finora, occorre adottare comportame­nti virtuosi e senso di responsabi­lità». «Mi auguro possa andare tutto bene — aggiunge — e che, oltre alle attività che riaprono oggi (ieri, ndr), anche altre possano farlo le prossime settimane».

I dati, anche quelli di ieri, per ora fanno ben sperare. Le prime riaperture del 4 maggio, al momento, sembrano non aver acceso nuovi focolai. Addirittur­a domenica Piacenza, la provincia più martoriata in Emilia-Romagna, non aveva registrato decessi. Non è stato così ieri, ma comunque i numeri raccontano di un assoluto contenimen­to dell’epidemia. I nuovi casi di contagio ieri sono stati 35 in tutto, mai così pochi, portando il totale a 27.267, di cui uno solo in più a Bologna che registra purtroppo 4 nuovi decessi, come Piacenza, sui 13 complessiv­i. I guariti sono aumentati di 153, portando il totale a 17.756 mentre i casi ancora attivi sono scesi di 131, diventando così 5.525: 4.712 sono a casa (112), 105 in terapia intensiva, (-6).

I numeri quindi confortano guardando alla nuova fase che si aperta in Emilia-Romagna e in Italia. Giustifica­ndo anche nuovi passi. Dal 3 giugno, se tutto andrà bene, sarà possibile la mobilità tra le regioni, ma da ieri è possibile andare a trovare i propri congiunti tra le province di Ferrara in Emilia-Romagna e Rovigo, nel Veneto.

I relativi presidenti, Bonaccini e Luca Zaia, hanno firmato ieri il relativo accordo mentre Viale Aldo Moro sta lavorando con le Marche in tal senso anche per le province di Rimini e di Pesaro-Urbino. Bonaccini tuttavia non ci sta a passare da presidente «aperturist­a». «La gran parte delle restrizion­i richieste dal comitato tecnico-scientific­o sono presenti — spiega —. Ci sono piccole variazioni, perché abbiamo spiegato che non era portare da cinque a quattro metri la distanza degli ombrelloni» nelle spiagge «a fare il dramma, così come se nelle fabbriche ci sono lavoratori che possono stare ad un metro al lavoro tutto il giorno senza mascherine, ecco partiamo di lì per mettere in campo il buonsenso per ripartire».

A chi gli chiede se c’è il ruolo di segretario del Pd nel suo futuro, Bonaccini risponde: «Io non sono leader di nessuno, mi davano tutti per sconfitto a gennaio, poi ce la siamo cavata, anche meglio di come potevamo immaginare noi inguaribil­i ottimisti. Io sto governando l’Emilia Romagna, ed è già impegnativ­o fare questo, il mio impegno è dedicato qui. Abbiamo un segretario, che è mio amico e a cui voglio molto bene, che si chiama Zingaretti e io devo pensare all’Emilia Romagna».

” Il presidente Io futuro segretario del Pd? Io non sono leader di nessuno, mi davano tutti per sconfitto a gennaio, poi è andata meglio di come potevamo immaginare Ora penso solo a governare l’Emilia Romagna

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