Corriere di Bologna

Sinisa: penso alla squadra ogni minuto

Mihajlovic ha risposto alle domande dei giovani rossoblù: voglio sempre migliorare

- Mossini

Un’ora a rispondere alle domande di ragazzi e ragazze delle giovanili rossoblù: Sinisa Mihajlovic ha parlato con il cuore, della città e del club: «Non dimentico che Bologna mi diede fiducia come allenatore per la prima volta in serie A. Ricordo quando tornai l’anno dopo con il Catania e il Dall’Ara si alzò in piedi: mi sentivo in debito e sono tornato». E poi il «fondamenta­le» ritorno a Casteldebo­le e il pensiero fisso alla squadra. Per migliorars­i sempre.

Un’ora a rispondere alle domande di ragazzi e ragazze delle giovanili rossoblù – esattament­e come fatto dal patron Joey Saputo giorni fa – tra consigli, aneddoti e battute: Sinisa Mihajlovic è stato il protagonis­ta del webinar del Bologna di ieri, offrendo diversi spunti. A partire da quelli su Bologna, sul suo rapporto con la città e con il club: «Non dimentico che Bologna mi diede fiducia come allenatore per la prima volta in serie A, a quei tempi non succedeva spesso con un tecnico giovane. Ricordo quando tornai l’anno dopo con il Catania e il Dall’Ara si alzò in piedi: mi sentivo in debito e sono tornato per ripagare i bolognesi». Lo ha fatto, con quella salvezza-miracolo della passata stagione, ma non è finita qui: «Il calcio di questi mesi è stato il più bello della mia carriera, insieme a quello mostrato con il Catania e con la Serbia. Lo scorso anno anche i più ottimisti non avrebbero pensato di chiudere la stagione in quella maniera. È la mia più grande soddisfazi­one con il Bologna. Finora...».

Mihajlovic, che oggi e domani ha concesso al gruppo due giorni di libertà dagli allenament­i, snocciola consigli su diversi aspetti, battendo spesso sul tasto della scuola («andare bene lì è fondamenta­le») e sull’importanza dei genitori, fino a come calciare le punizioni. Poi ripercorre i tanti allenatori avuti in carriera e analizza la sua profession­e concedendo­si anche una battuta: «Mi sentivo già un allenatore in campo, come tanti giocatori di quella Lazio scudettata. Amo il mio lavoro, per farlo bene mi assorbe 24 ore al giorno: a volte litigo con mia moglie, perché mentre mi parla non la ascolto e sono lì che penso a chi schierare tra Orsolini e Skov Olsen. Magari tra quindici anni penserò a un ruolo dirigenzia­le, penso di farlo ma non adesso».

Non sono mancati i giudizi: Ronaldo il fenomeno l’avversario più tosto, Jovetic il giocatore più forte allenato, Guardiola il tecnico che lo ha impression­ato di più. Poi, un aneddoto sul gol di Orsolini contro la Fiorentina: «Il giorno prima gli spiegavo come calciare, ma non avevamo provato da una posizione così difficile. Una sua dote è l’incoscienz­a: se non avesse segnato lo avremmo mandato a quel paese».

Infine, c’è spazio per un excursus su altri due sport cari al tecnico: «Devo ricomprare le racchette perché le ho rotte tutte, ma appena si può torno a giocare a padel: ai dirigenti do un mese di vittorie perché non gioco da un anno, poi mi scateno io. Sapete com’era quella storia su Michael Jordan?

Lo raccontò Toni Kukoc, ai Bulls su ogni macchinari­o in palestra c’era il cartellino con il record di peso alzato ed era sempre di MJ. Quando qualcuno lo sopravanza­va, Jordan si allenava col preparator­e finché non rimetteva il suo nome sulla targhetta del record». In fondo, è la Sinisa-mentality con cui ha risollevat­o il Bologna.

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Sinisa Mihajlovic sta guidando gli allenament­i rossoblù a Casteldebo­le
In campo Sinisa Mihajlovic sta guidando gli allenament­i rossoblù a Casteldebo­le

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