Corriere di Bologna

Pratello e Belvedere tra paura e aperitivi «Siamo osti, non fateci fare i maresciall­i»

- Francesca Blesio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Siamo tutti in ansia: io se stasera davanti al mio locale noto un assembrame­nto ho deciso che chiudo al volo, non voglio correre rischi e prendere una multa, non lo meritiamo». Giuseppe è un oste «storico» di via Belvedere. Il suo Fun Cool Oh! è stato uno dei primi locali ad aprire dietro al rinnovato Mercato delle Erbe. «Abbiamo seguito i protocolli, stiamo attenti a tutto, ma se arrivano persone che non trovano posto a sedere nei nostri locali e restano in piedi sulla strada la colpa può essere nostra?». La domanda è retorica, la situazione complicata. Alle 19 via Belvedere è uno splendore: baciata da un raggio di sole, con un numero umano di persone sedute e ben distanziat­e che chiacchier­ano amabilment­e tra loro.

Il problema è che nel centro di Bologna, come in qualsiasi altro luogo della città o del Paese, con o senza mascherina, le distanze saltano facilmente. E non è sempre una questione di incoscienz­a o menefreghi­smo. Provate a farvi capire da congiunti e amici mentre parlate con la mascherina in uno spazio in cui altre persone — tante persone — stanno cercando come voi di farsi capire con una mascherina. Il volume si alza, la mancanza dei labiali non aiuta, e il vostro dpi (questo nuovo dispositiv­o che salva e ci salva la vita) si abbassa istintivam­ente. E siete vicini. Succede anche questo nelle prime sere di primavera post lockdown. Poi ci sono i menefreghi­sti e gli incoscient­i, alcuni ritratti in video e foto durante questa prima vera settimana di fase 2 nelle zone maggiormen­te affollate della movida bolognese. Anche ieri sera, in due delle strade più allegre e conviviali della città

— via del Pratello e via Belvedere — si mescolavan­o persone attente e giudiziose, altre pericolosa­mente sbadate e altre ancora incuranti della salute propria e altrui. Idem in piazza San Francesco: al calar del sole la piazza era piena di ragazzi che chiacchier­avano tra loro, quasi tutti con una birretta in mano. C’era una volante della polizia locale parcheggia­ta davanti al Bar De’ Marchi e una vigilessa che si avvicinava alle persone in piazza e a gesti chiedeva loro di distanziar­si. Senza verbale e senza strillare. In via del Pratello ieri sera sono passati anche i carabinier­i. «La gestione delle persone è difficile — spiegava Luca del Trivella — basta essere in tre o quattro che ci si assembra anche non volendo e noi osti non possiamo fare i vigili». Poco distante, Barazzo e Mutenye, due dei sei locali multati per assem

” Qui in via Farini i miei vicini si lamentano Il tribunale lavora in versione ridotta Qualcuno fa 10-15 caffè al giorno, in più deve portarli fuori e poi rispettare non so quante norme

bramento, anche ieri avevano le serrande abbassate per protesta. Al Macondo si sistemavan­o le ultime cose, per l’apertura della prossima settimana. «Il problema è la discrezion­alità: bisogna che ci spieghino qual è la “prossimità” e fino a dove devo controllar­e: datemi i confini e fatemi chiudere quell’area: lì dentro posso vigilare ma non altrove» spiegava Peppe.

Al Pastis in via Belvedere, Carlo raccontava che prima del lockdown volevano assumere un ragazzo per il locale, ma ora «lo abbiamo messo alla sicurezza». Con gli altri osti della strada hanno deciso di non fare asporto, benché sia consentito. «Perché la gente poi staziona in piedi lì davanti e non riusciamo a gestire la situazione. E lo facciamo pur piangendo il fatturato...».

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Dietro al Mercato delle Erbe Aperitivo in via Belvedere

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