Corriere di Bologna

Addio Simoni, gentiluomo del calcio Il bolognese che non tifava Bologna

Veniva da Crevalcore, il papà andava sempre a vedere i rossoblù

- Fernando Pellerano © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

S’innamorò del calcio una domenica di novembre del ’47 al Comunale di Bologna. Aveva appena otto anni, ce lo portò il papà macellaio in quel di Crevalcore, tifoso rossoblù. Una partita memorabile,contro il Grande Torino. Gli invincibil­i però quella volta persero, segnò Cappello e fu festa vera. Quel pomeriggio Gigi Simoni scelse la sua squadra del cuore, il Torino. È la sliding door meno famosa del tecnico scomparso ieri all’età di 81 anni, uno degli ultimi gentiluomi­ni del calcio italiano.

Nato a Crevalcore, Simoni ha costruito la sua carriera senza mai pensare di indossare la casacca rossoblù, amata dal padre e dai suoi compaesani. Lui no, ha sempre guardato altrove. Quei colori li ritroverà al Genoa e a fine carriera, col suo ultimo successo, a Gubbio. Lui, l’uomo delle promozioni, otto. Col Bologna non ci fu amore. Non si può neppure dire nemo profeta in patria perché come ha raccontato anche nella sua autobiogra­fia, «Simoni si nasce», «l’idea del Bologna non mi piaceva, non saprei dire perché». A 15 anni arrivò in bicicletta allo Sterlino con un suo amico per fare un provino. Non lo presero, non se ne dispiacque. L’anno dopo finì alla Fiorentina di Bernardini e successiva­mente nel Mantova di Edmondo Fabbri: due nomi legati a Bologna. Poi a Napoli trovò Pesaola, mentre come giocatore più simile a lui ha indicato Donadoni, un altro ex. Alla Caserma Masini di via Orfeo fece il servizio militare, semplice nota biografica. Sia da calciatore, sia da allenatore mille battaglie contro il Bfc. Una doppietta in maglia granata nel ’65, poi da tecnico in lotta per non retroceder­e il suo

Genoa ebbe la peggio nel ’78, ma non nell’82. Una cosa la diceva di Bologna: «Un prato bellissimo dove giocare, fra i migliori d’Italia, ma su quel campo ho sempre patito un po’ d’emozione: veniva a vedermi la gente del mio paese, mi sentivo sotto osservazio­ne più del solito».

Sotto le Due Torri zero frequentaz­ioni. Simoni sembrava nato «qui» per caso. E invece nel suo dna c’era tutta la gentilezza e la pacatezza emiliana. Al Bfc l’unica carezza a fine carriera, «mi sarebbe piaciuto allenare il Bologna, ma non è mai stato il momento giusto. Un paio di volte mi contattò il ds Montanari (primi 80) e anni dopo anche Corioni». Non andò bene.Il suo mondo Simoni l’ha costruito a Genova, Cremona, Torino, Mantova, Brescia, Pisa e all’Inter, col rigore negato a Ronaldo abbattuto da Iuliano: unica arrabbiatu­ra pubblica, perse lo scudetto, vinse la panchina d’oro e dopo mezz’ora fu esonerato. Di tutto, di più, ma mai Bologna, che però lo saluta con stima.

Il «furto» del 1998

Con l’Inter sfiorò lo scudetto, celebre la sua rabbia per il fallo di Iuliano su Ronaldo

 ??  ?? Tecnico
Gigi Simoni, classe 1939, è scomparso ieri a 81 anni Era nato a Crevalcore
Tecnico Gigi Simoni, classe 1939, è scomparso ieri a 81 anni Era nato a Crevalcore

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy