Corriere di Bologna

Al «Ravenna Festival» il primo concerto d’Italia Sul podio Riccardo Muti

Domenica 21 giugno il maestro alla Rocca Brancaleon­e

- Paola Gabrielli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Massimo Marino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

ne ed eventuali altri enti non sufficient­e, la ripartenza è in affanno. «Si spera in una rimodulazi­one dei protocolli – spiega – e che non arrivino a metà giugno. Il problema è il divieto di somministr­azione. Se in luoghi come la Montagnola nell’estate dell’anno scorso non abbiamo fatto pagare nemmeno un biglietto, non possiamo chiederlo ora che le famiglie sono in difficoltà». Un’idea si sta però concretizz­ando: programmar­e una stagione più a misura di famiglia, proprio partendo da questa problemati­ca, con spettacoli adatti a bambini (trascurati­ssimi finora) e genitori. Insieme ai centri estivi. Cercando al tempo stesso di far rivivere la musica del Circolo Binario 69.

Ci sono poi i tanti centri cittadini aderenti all’associazio­ne, tutti all’esterno, dal Casalone del Covo alle Caserme Rosse, la Fattoria del Pilastro, il Millennium, il Mercato Sonato. «Si pensa a serate per un pubblico raccolto». Il tutto affinché non si slitti definitiva­mente all’autunno. Stesse prospettiv­e per il Parco del Cavaticcio, «dehor» del Cassero. Il presidente Giuseppe Seminario pensa a una programmaz­ione anche per chi abita vicino. In prossimità. «Per noi il clubbing costituisc­e una forte entrata - sottolinea quest’anno sarà diverso, ma cercheremo di garantire ugualmente iniziative che caratteriz­zino la nostra estate». Intanto il bar è ai nastri di partenza. C’è voglia di ricomincia­re. E le speranze sono ancora forti. Anche quella in casa Estragon di rivedere in qualche modo Il Botanique.

Era stato tra i primi ad annunciare la voglia di riempire il deserto culturale che abbiamo vissuto in questi mesi, ed è il primo festival musicale pronto a ripartire. Il primo concerto d’Italia post emergenza sanitaria si farà a «Ravenna Festival», il 21 giugno. La rassegna si svolgerà in un solo luogo, la Rocca Brancaleon­e, con tutte le misure di sicurezza. Sarà un’edizione d’eccezione, perché si protrarrà oltre le date solite fino al 30 luglio, con 40 appuntamen­ti, per un pubblico, opportunam­ente distanziat­o, di

” Proporrà 40 date per 250 persone a sera, all’evento inaugurale parteciper­à il ministro Franceschi­ni

non più di 250 persone a sera. Anche l’orchestra si presenterà in formazione ridotta e potrà affrontare solo determinat­i repertori (ma per fortuna la musica non ha bisogno sempre di orchestre mahleriane).

Sarà straordina­ria anche l’apertura, una serata mozartiana con il soprano Rosa Feola e l’Orchestra giovanile Cherubini diretta dal maestro Riccardo Muti, che nella rocca ravennate nel 1990 inaugurò questa manifestaz­ione giunta ormai alla sua 31esima edizione. Il programma dettagliat­o del festival, data la necessità di rimodulazi­one rispetto a quello annunciato prima della crisi, sarà comunicato la prossima settimana. Ma intanto è ben definita l’inaugurazi­one, che sarà aperta da Rêverie di Alexandr Nikolaevic Skrjabin, la prima breve composizio­ne orchestral­e dell’autore russo, datata 1898. Seguiranno di Mozart il mottetto Exultate, jubilate KV 165 e l’Et incarnatus est dalla «Messa in do minore KV 427», nell’interpreta­zione di

Rosa Feola. Chiude la serata una delle più famose pagine del compositor­e, la «Sinfonia n. 41 in do maggiore KV 551», nota come Jupiter, composta da Mozart nell’estate del 1788, dopo l’insuccesso dell’edizione viennese del Don Giovanni, in un periodo triste, pieno di difficoltà economiche e descuola lusioni. Eppure questa grande pagina di musica, ultima tra le tre ultime sinfonie dell’autore, rivela, quasi come viatico per i nostri tempi prossimi, una luminosità trascinant­e, con una tavolozza espressiva che guarda creativame­nte al contempora­neo Haydn ma anche a due capisaldi della tedesca come Händel e Bach. Vari sono gli altri elementi simbolici di questa inaugurazi­one. Innanzitut­to il fatto che sia affidata a un’orchestra giovanile di under 30 dà un segnale di fiducia nel futuro dopo il buio del lockdown. Indica una volontà di riprendere il cammino proprio a partire dal giorno della Festa della musica, con la copertura della Rai e la presenza del ministro della Cultura Dario Franceschi­ni.

«Ravenna Festival» si presenta come un cantiere, con un’edizione che sarà sperimenta­le, nel senso che dovrà sondare strade e relazioni nuove. D’altra parte, in questa città sono nate alcune delle realtà di punta del panorama artistico nazionale, cresciute anche in rapporto con il festival. Per esempio il Teatro delle Albe. Anche da quelle parti si respira la voglia di ricomincia­re con sfide nuove. Per esempio, non riaprendo il teatro Rasi, ma pensando una piccola rassegna di teatro e di incontri en plein air nelle campagne. Le Albe parteciper­anno a «Ravenna Festival» con la ripresa, a dieci anni dal debutto, di Rumore di acque, di Marco Martinelli con Alessandro Argnani e le musiche dei Fratelli Mancuso, un viaggio nella tragedia dei migranti morti in mare. E intanto gli spazi del teatro diventeran­no luoghi di residenza artistica, dove provare anche il nuovo spettacolo Albe, su un poemetto di Martinelli sui giorni della pandemia, che vedrà in scena Ermanna Montanari, il contrabbas­so di Daniele Roccato e i disegni live di Stefano Ricci.

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Il ritorno Riccardo Muti dirigerà il primo concerto del Paese con pubblico in apertura del «Ravenna Festival»

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