Fiac, ipotesi di trasferimento a Torino
Annunciato lo spostamento a Torino della produzione di compressori. Sciopero dei 101 lavoratori, poi il dietrofront. Ma i sindacati non si fidano
La multinazionale svedese che l’ha acquistata annuncia lo spostamento della produzione a Torino e alla Fiac compressori di Pontecchio Marconi scattano scioperi e polemiche. In 101 hanno incrociato le braccia, con i sindacati che parlano di «licenziamenti mascherati» da trasferimenti. La Regione con l’asessore Colla ha ritenuto inaccettabile la possibilità paventata dall’azienda che, a sera, dopo le tensioni ha fatto dietrofront e ritirato la procedura. Ora un tavolo in regione il 3 giugno.
Prima la doccia fredda del trasferimento di tutta la produzione a Robassomero, in provincia di Torino, da parte della multinazionale svedese Atlas Copco, che nel 2016 aveva acquisito la Fiac Compressori di Pontecchio Marconi. Poi il colpo di scena col ritiro della procedura in vista dell’incontro convocato alla velocità della luce per il prossimo 3 giugno dall’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla.
È stata una lunga giornata di lotta quella vissuta ieri dai 101 lavoratori della fabbrica di compressori d’aria. Appresa la notizia durante un incontro che doveva verificare la corretta applicazione dei protocolli di sicurezza per la convivenza col Covid, hanno subito incrociato le braccia e bloccato gli ingressi della fabbrica: «La proprietà ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento trasferendo 101 lavoratori su 103 a Torino. Finché non cambia rotta non ci muoviamo da qui», era stata la reazione del funzionario Fiom-Cgil, unico sindacato fra gli operai, Eugenio Martelli. Al presidio, a cui hanno partecipato quasi tutti i dipendenti (ci sono anche 40 interinali e 20 addetti alla logistica) erano presenti i sindaci di Sasso Marconi Roberto
Parmeggiani e di Marzabotto Valentina Cuppi e il segretario generale della Fiom, Michele Bulgarelli. «Nessuna multinazionale può pensare di aggirare leggi e contratti: parlano di trasferimenti — denuncia Bulgarelli —, ma sono licenziamenti “mascherati” in un momento in cui per legge nessuno può tagliare personale».
Sul caso è stata immediata la presa di posizione della politica. L’assessore al Lavoro di Palazzo d’Accursio Marco Lombardo è il primo a intervenire: «Evitiamo che la pandemia diventi un alibi per giustificare
Subito lo sciopero, poi intervengono Regione e sindacati: l’azienda ritira il trasferimento
scelte aziendali che aggirino il divieto di licenziamento». Decisiva la posizione di Viale Aldo Moro: «Si tratta di un atto unilaterale inaccettabile e irricevibile — tuona Colla —, sia ritirata la procedura di trasferimento». Detto e fatto, Colla convoca un tavolo urgente per il 3 giugno con azienda, Confindustria, sindacati e Città metropolitana «per discutere un rilancio delle attività che garantisca la salvaguardia dei posti di lavoro» e in serata arriva il dietro front della direzione aziendale con la formalizzazione del ritiro della procedura di trasferimento collettivo. «Il management della divisione Professional Air di Atlas Cpco — aveva già rassicurato la proprietà — ha dato disponibilità per iniziare immediatamente il confronto, nel rispetto delle procedure di legge e di contratto» prevedendo la possibilità per i dipendenti «di proseguire il rapporto di collaborazione a Robassomero». L’intenzione di spostare il ramo d’azienda sarebbe però «un’operazione strategica di consolidamento per permettere alla società di mantenere un posizionamento competitivo, salvaguardando knowhow e made in Italy». «Il ritiro dei trasferimenti è un primo passo — chiude Bulgarelli —, ma sarà un confronto aspro». Anche per questo già da stamattina si inizia con gli scioperi articolati davanti ai cancelli dello stabilimento di Pontecchio Marconi.
” L’assessore Colla Si tratta di un atto unilaterale inaccettabile
” Bulgarelli Fiom Parlano di trasferimenti ma sono licenziamenti mascherati