Corriere di Bologna

Presentati i progetti sostenuti dalla Regione Su Netflix nuova stagione per Summertime E i Manetti ammettono: «Il nostro set ideale»

- Piero Di Domenico © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

l’1 luglio, con progetti da presentare entro la fine del mese. Tra i progetti selezionat­i, quello della Ibc Movie diretto da Pietro Marcello, che sta ultimando il lavoro di selezione delle immagini dalle teche Rai e dagli archivi della Cineteca. Prima di arrivare a Bologna per le riprese nei luoghi di Dalla e per intervista­re le persone a lui vicine. A Reggio Emilia, invece, non si sono mai fermati gli animatori provenient­i da Belgio, Thailandia, Danimarca e varie regioni italiane, impegnati nel film Il villaggio incantato di Pinocchio prodotto da Palomar. Pupi Avati sarà alla regia di Lei mi parla ancora, dal libro di Giuseppe Sgarbi, mentre i Manetti Bros. confermano che l’Emilia-Romagna è la loro regione elettiva. «Dobbiamo tornare a Bologna - annuncia Marco Manetti - per gli ultimi ritocchi a Diabolik, poi ci sarà Coliandro 8 e siamo anche produttori del mistery Il mostro della cripta di Daniele Misischia. Ormai Bologna ha maturato grandi profession­alità e si può fare cinema ad altissimo livello anche con più set in contempora­nea». Tra gli altri progetti nazionali, Il codice di Bologna 1980-2020 di Paolo Angelini sulle battaglie dei familiari delle vittime della strage alla Stazione, I Nomadi - Una storia italiana di Giangiacom­o De Stefano sul mitico gruppo emiliano e un film di Luca Criscenti su Anita Garibaldi. Nell’elenco delle opere regionali ecco invece Il giocatore, opera prima del documentar­ista Marco Santarelli, The Passengers di Tommaso Valente e Christian Poli sulle convivenze nelle «housing first», Guercino. Uno su cento di Giulia Giapponesi, ancora con Marco Riccomini, e Cicciolina Pocket di Claudio Casazza sulla pornografi­a tascabile degli anni ‘90.

L’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, preannunci­ando per il 2021 il progetto per il prossimo triennio della Legge Cinema, non nasconde le sue ambizioni: «Una regione come la nostra, prima nei consumi culturali, deve esserlo anche a livello produttivo. È una battaglia difficile che vogliamo portare avanti sfidando le metropoli, anche a rischio di perdere. Perché solo così potremo dare risposte vere alle vocazioni che stanno crescendo in Emilia-Romagna».

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