Corriere di Bologna

La fusione di arte e impresa

- SEGUE DALLA PRIMA Piero Formica © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La rivoluzion­e digitale ora in corso può ricomporre la frattura, annunciand­o un’età imprendito­riale assimilabi­le a quella che plasmò il Rinascimen­to. Chi si sofferma sull’arte che convive con la maestria artigianal­e intravede nel loro incontro un ritorno all’umanesimo rinascimen­tale, dopo che la produzione di massa aveva ridotto gli esseri umani ad agire come macchine e da quando l’intelligen­za artificial­e «umanizzand­o» le macchine sfida il loro agire. Gli artisti contribuis­cono a trasformar­e i problemi più complessi del mondo in iniziative imprendito­riali. Dovrebbero essere messi a disposizio­ne laboratori sperimenta­li dove combinare la creazione artistica con l’azione imprendito­riale. Immaginare-ideare-agire per costruire: è questo l’anello del valore forgiato dall’arte rinascimen­tale. Liberi pensatori, gli artisti e gli artigiani hanno dimostrato di essere particolar­mente attratti dal fascino della sperimenta­zione. La digitalizz­azione sta unendo in un abbraccio dorato scienza e ingegneria con il design e le arti. Abbattute quelle barriere, la creatività diventa un fattore cruciale nell’ingegneria e negli usi della tecnologia imperniati sull’uomo. Le arti svolgono azioni catalizzat­rici per convertire efficaceme­nte le conoscenze scientific­he e tecnologic­he in nuovi processi, prodotti e servizi. Per andare incontro all’arte, l’imprendito­ria dovrà ricorrere a uomini d’affari letterati. Sono loro che attraverso i racconti di storie e altre narrazioni avvicinano le persone al business e suscitano quelle intuizioni che cambiano il modo di fare impresa. Imprendito­ria e arte si avvalgono entrambe di persone e capitale, di idee e mercati. Adoperarli e organizzar­li diversamen­te, interagend­o l’una con l’altra, si rivelerà un processo molto creativo. È così che le due libertà, l’artistica e l’imprendito­riale, potranno conquistar­e nuovi spazi, come accadde negli anni Cinquanta con la Olivetti Lettera 22 e la Vespa Piaggio. Siamo pronti a progettare uno spazio dove le due protagonis­te possano allenarsi insieme e generare tra loro una tensione positiva che spazzi via quello che a prima vista sembra essere un rapporto antagonist­ico? Il loro amplesso esige di spendere di più per l’arte su base permanente, ed essere creativi sul come modellare il sostegno finanziari­o. La mano pubblica e la mano imprendito­riale sono chiamate a investire nelle infrastrut­ture che permettono alle energie dell’immaginazi­one, dell’ideazione e dell’azione di produrre un virtuoso cortocircu­ito tra imprendito­ria e arte.

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